Quando usiamo bucce di limone nelle nostre pietanze dobbiamo essere sicuri che la provenienza sia di tipo biologico e senza contaminazioni da agenti chimici . Ma perché un limone lo rendono non biologico? Una prima causa è mantenere la lucidità del frutto nel tempo, un limone o arancia prodotto fuori dal nostro territorio richiede lavoro e tempi di trasporto significativi, quindi sulla superficie dell’agrume viene applicato un trattamento con E904 (– Gommalacca – Agente di rivestimento e lucidante, impedisce il deperimento del frutto nel tempo) E914(Cera polietilenica ossidata) e IMZ che è un pesticida che si deposita sulla buccia anche se è possibile rinvenirlo all’interno del frutto. Se il mio territorio offre agrumi come limoni o arance, per quale motivo devo comprarmi quelle che provengono dalla Spagna o dalla Sicilia? La Campania e la Sicilia sono piene di piante di limoni, e fino e 40 anni fa quest’albero era un accessorio disponibile in ogni cortile, all’occorrenza ogni famiglia ne usufruiva. Una condivisione che si sta perdendo causa la forte cementificazione delle città. Quest’anno la vecchissima pianta di limone che abbiamo in cortile, oltre agli svariati kg di limoni, ci ha regalato un bellissimo souvenir un frutto di 1 Kg. Stupore e meraviglia, madre Natura non finisce mai di stupirci. Come per gli altri casi, abbiamo pensato che l’interno del limone corrispondesse ad un limone di dimensioni normali e tutto il resto buccia…. Ipotesi sbagliata, il limone da un Kg aveva tutto proporzionato e ha prodotto 400 ml di succo. A questo punto che il limone souvenir era stato spremuto, la buccia era davvero un peccato buttarla nell’umido. Sulla rete tempo fa ho letto una ricetta di Peppe Guida, Chef rinomato della stupenda Costiera o come viene spesso denominata “Terra di Limoni”. Provata con qualche variante che non stravolge l’impianto originario della ricetta.
Ingredienti:
350 g di spaghetti
1/2 limone da un kg
700 ml di acqua circa
140 g di Caciocavallo di Castelfranco in Miscano
olio extra vergine di oliva (quello buono)
2 cucchiai di granella di pistacchio
Procedimento:
La mattina verso le sette mettete a macerare le scorze di limone (solo la parte gialla, il bianco che è attaccato sotto la scorza renderà il piatto amaro) in acqua calda, va bene quella presa dal rubinetto. Verso la mezza (12:30), togliete le bucce di limone e portate a bollore l’acqua, aggiungete gli spaghetti e un po’ d’olio extra vergine di oliva e cuocete come se fosse un risotto. Aggiungete acqua se c’è bisogno. Terminata la cottura mantecate con il Caciocavallo di Castelfranco in Miscano e ultimate il piatto aggiungendo un filo di olio. Impiattate e guarnite con la granella di pistacchio.