Giornate con il ‘sole’ da raccontare!

Nessuno ammette che siano percorsi facili, né dovresti credere a chiunque ti dica che ce l’abbia fatta ad ‘uscirne’ in poco tempo. Ognuno di noi, infatti, ha per carattere e necessità fisiologiche, tempistiche diverse di adattamento rispetto alle risposte che riceve dall’ambiente esterno.
Io stessa, titubante e preoccupata dopo i risultati dell’ultima BIA svoltasi circa quindici giorni fa, non credevo di poter affrontare un’intera giornata a MIRABILANDIA insieme a mio babbo. Avevo paura di sentirmi male, sia per il caldo che per la poca presenza di grasso corporeo che non mi permette di percepirmi ‘normale’ come tutte le altre ragazze della mia età.
Ma arriverà anche quel giorno, nel frattempo, devo continuare a proseguire questo CAMMINO DI CRESCITA!
Mi sono organizzata con una lunchbox a base di riso pollo, frutta secca e verdure, per non far mancare nulla alla mia nutrizione nemmeno in quella giornata, sia in termini di quantità sia a livello di nutrienti: e se in passato ero solita a portare con me snack e cibo vario per un fattore di monitoraggio e controllo ossessivo-compulsivo, ad oggi invece, lo faccio per OBIETTIVI DIFFERENTI. Perché mi voglio bene, ed anche quando tentenno, tento di rintracciare tutte quelle ragioni che mi consentano di focalizzarmi di nuovo sulla meta.
Sono salita su diverse giostre e mi sono divertita molto, riuscendo a cogliere la bellezza di una fragorosa risata e molteplici scossoni di adrenalina. Certo, dopo svariate ore con temperature piuttosto elevate e file di gente che aspettava in coda di prendere posto sulle attrazioni, ho iniziato ad ‘accusare’ il colpo: spossatezza, stanchezza ed anche qualche vertigine. Probabilmente non sono stata tanto brava a comunicarlo come avrei voluto, perché per chi mi accompagnava, saremmo potuti restare ancora ad oltranza.
Ma non ce l’avrei fatta. Ho dovuto insistere, per quanto sia un comportamento poco piacevole; e se l’ho fatto è stato solo per ME.
Da queste parole forse, potrò anche apparire leggermente egoista (e forse ho ragione a sentirmi in colpa ogni tanto nell’uscire, prendere piede a certi fuoriporta), ma anziché darmi addosso per le mattine seguenti come avrei potuto fare tempo fa, ho contattato il mio nutrizionista chiedendogli una possibile soluzione per attenuare queste condizioni estreme in cui mi sono ritrovata ad essere.
Il mio principale obiettivo, infatti, quando esco con qualcuno (che sia un genitore o anche un amico) è quello di creare un ambiente di agio e tranquillità in cui costui possa sentirsi SE’ STESSO. Ma anche la mia salute è importante, e far combinare le due cose, non sarebbe affatto male!
Dopo ben due settimane che non lo facevo, oltretutto, ho anche scelto di risalire sulla bilancia, cosa che mi incuriosiva (e non utilizzo a caso questo termine, ma lo sostituisco ben volentieri al verbo ‘spaventare’). Desideravo conoscere se le mie scelte fossero state ottimali dall’ultima visita; se stessi facendo la cosa giusta, seppur un numero così letto in maniera molto generica e senza altri dati, possa significare ben poco.
E c’è stata la botta.
Mezzo kg in più rispetto a quanto registrato dalla BIA del Dott. Daniele.
Non sapevo sul momento se esserne fiera, oppure vacillare. Ma ho scelto: sono corsa in cucina, ho prelevato dal frigo il mio adorato Pancake che mi ero preparata la sera prima (per fortuna, altrimenti chissà su cosa avrei ‘ripiegato’ per l’umore altalenante dovuto alla causa) e l’ho gustato con voglia e delizia. Mi sono detta: ‘Che cavolo, molto meglio mangiare certe cose ed essere meno leggere in termini di chilogrammi, piuttosto che privarsene e ridursi a riso e pollo tutta la vita’.

E’ stato bellissimo. Riuscire a non darsi più addosso, a non sussurrare più a me stessa ‘non posso permettermelo’ solo per un risultato inatteso.
Ci vuole tempo per mutare i pensieri, ed ancora di più per cambiare le azioni comportamentali. Parte tutto da quest’ultime: occorre AGIRE come se fossimo già giunti al traguardo, e pensare di poter migliorare sempre di più fino ad arrivarci davvero.
Ciò che si compie, può diventare un pensiero, laddove tale scelta divenga ripetitiva e duratura.

E voi? Volete provarci?

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