Ecco un modo inconsueto per utilizzare dell’ottimo yogurt bianco. Utilizzatelo per arricchire di cremosità una vellutata di mele e rafano, aggiungete una manciata di crostini e la zuppa è servita.
Questo marzo pazzerello ci sta regalando tiepide giornate di sole,
alternate a piovose e grigie atmosfere temporalesche,
folate di vento pungente e freddo che portano neve anche alle basse altitudini.
Con il vestiario non so più come regolarmi, e con il cibo nemmeno.
Se a giorni pare che debbano spuntare le primizie primaverili,
altre volte una cremosa vellutata riscalda lo stomaco.
Come quest’oggi con un’insolito abbinamento di frutta, verdura e yogurt bianco.
CREMA DI MELE E RAFANO CON YOGURT BIANCO
( per due persone abbondanti)
250 gr mele gialle dolci
150 gr porro intero
1 l brodo vegetale
100 gr rafano fresco
200 ml yogurt bianco biologico
100 ml birra chiara Ale
40 gr burro freddo
20 ml olio extravergine di oliva
sale, pepe qb
crostini di pane
Qualche ora prima di cominciare, versate lo yogurt in un colino e lasciate che goccioli parte del siero.
Questa operazione servirà per renderlo ancora più cremoso.
Lavate le mele e le verdure sotto acqua corrente.
Tagliate le mele a cubetti non troppo piccoli, del porro prendete solo la parte bianca
e la parte verde più interna e tenera e tagliate a rondelle.
Spazzolate il rafano per togliere l’eventuale terriccio.
Grattugiate il rafano su una grattugia a fori larghi.
Mettete a scaldare il brodo vegetale.
Ora, fate scaldare l’olio in una pentola capiente.
Versatevi il porro e la mela a tocchetti.
Fate rosolare 5 minuti mescolando continuamente.
Aggiungete il rafano e sfumate con la birra.
Versate il brodo caldo, coprite e lasciate cuocere per 20 minuti.
Quando le mele cominceranno a spappolarsi, spegnete il fuoco
e frullate con un mixer ad immersione per 2 minuti.
Aggiungete 3/4 dello yogurt e il burro passate di nuovo al mixer fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Regolate di sale e pepe.
Servite calda o tiepida accompagnata dai crostini di pane e dallo yogurt rimasto.
