di Marco Benvenuto
Risaliamo Salita del Fondaco con un sapore di limone e rosmarino forte nel palato mentre, poco a poco, piazza De Ferrari, ancora assolata , si ripropone alla nostra attenzione assorta a reimpastare sapori che speravamo ma non osavamo. La soglia del “Rosmarino” l’avevamo varcata un paio d’ore prima, curiosi di visitare un locale, una trattoria, che si sta affermando, e confermando come vedremo, in costante ascesa nel panorama del gusto all’ombra della Lanterna.

Il locale è raccolto, dispiegato su vari piani, ma assolutamente funzionale e caldo nei toni. Lo diciamo in modo molto franco: si respira gentilezza già alla prima accoglienza. A coordinare le operazioni è Felice Zingarelli, che non perde mai d’occhio la sala. I menù sono segnati su grandi lavagne ma, se non siete a tiro di vista, vi soccorre un modernissimo I-pad da dove abbiamo potuto scegliere in tutta comodità.
Abbiamo scelto di fare un percorso di mare che è iniziato con uno sgombro marinato agli agrumi, dal sapore delicatissimo e dalla marinatura lieve: carni morbidissime in una simpatica presentazione in vasetto. I sapori sono ben bilanciati senza retrogusto prevalente.

Come primo piatto abbiamo voluto provare la carbonara di mare: una scelta non facile che lo chef Alessandro Massone ha saputo personalizzare con alcuni tocchi esaltati dall’esemplare cottura del taglierino. Gradevolissimo, e non lesinato, il tonno affumicato. Gusti ben amalgamati, per una carbonara sapientemente baveuse.
Ad accompagnarci lungo tutto il pasto, le bollicine dell’ azienda Guerci in metodo classico: il 222, data storica per l’azienda di Casteggio, che abbiamo tratto da una carta non vastissima ma di solida qualità. Un sapore strutturato, palatalmente accattivante e ricaricato in modo davvero onesto.




