"Vrascioli" di riso con ‘nduja


Il piatto di oggi è rivolto soprattutto agli amanti dei sapori forti. Sono, e preferisco chiamarli con il termine dialettale, i vrascioli. Chiamandole braciole o crocchette annulleremmo la loro tipicità e la loro identità culturale. Da notare infatti l’assenza del ragù di carne e dei piselli, come pure dello zafferano, che lasciano invece il posto a dei prodotti squisitamente calabresi: ‘nduja, pecorino e  caciocavallo. L’aggiunta della nduja, un salame spalmabile e piccantissimo tipico della zona del Monte Poro e di Spilinga in particolare, dona “ai vrascioli” un gusto in più, a cui è difficile resistere. 


Ingredienti
400 gr di riso di Sibari
3/4 uova
pecorino calabrese grattugiato q.b.
nduja, caciocavallo silano
sale q.b.
prezzemolo
olio di semi per friggere



Preparazione
In una pentola con acqua bollente salata mettete a cuocere il riso. Una volta cotto scolatelo, mettetelo in una ciotola e fatelo raffreddare. Quindi aggiungete il pecorino ( la quantità dipende dai vostri gusti, a me piace sentirlo ), le uova e il prezzemolo tritato.
 Adesso adesso con le mani bagnate prendete il riso e schiacciatelo leggermente sul palmo della mano, inserite un pò di nduja e il caciocavallo.


Richiudete e compattate . Rotolate i vrascioli nel pane grattugiato e mettete in frigo per 30 minuti circa.


Friggeteli in abbondante olio di semi, scolateli su carta assorbente e serviteli possibilmente caldi.




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