Il topinambur è un piccolo tubero nodoso, assomiglia a una patata bitorzoluta o alla radice di zenzero.
In autunno è facile riconoscere questa pianta (Helianthus tuberosus), ha bellissimi fiori gialli che ricordano il girasole, spiccano al di sopra delle nostre teste ad un’altezza spesso superiore ai 2 metri.
Ortaggio tipicamente invernale, viene consumato da novembre a marzo.
Nella preparazione della ricetta non sempre è necessario sbucciarlo, se la buccia è sottile ci si può limitare a spazzolarlo bene sotto un getto d’acqua.
Come le patate è molto versatile in cucina, ma più delicato nella conservazione: è necessario tenere i tuberi in frigorifero e vanno consumati entro 10 giorni al massimo.
Sodo è un segno di freschezza ed io sono stata fortunata ad averlo direttamente dal contadino a km 0 e biologico.
Nel risotto l’ho tagliato a rondelle fini (era freschissimo e con buccia sottile), ma nel risotto si può ridurlo a cubetti.
Il gusto sta fra la patata e il carciofo dicono… io semplicemente ho avvertito un buon e originale sapore di topinambur, buonissimo certamente