Mettiamo le carte in tavola: sono sempre più consapevole del mio disagio esistenziale e di come la mia necessità di non “perdere tempo” e di ottimizzare sia quasi ossessiva. Da quando, secoli fa ormai, sono uscita dall’agenzia e sono diventata freelance, la mia vita è diventata un incastro più o meno (più meno che più) perfetto di milioni di cose. La mia (non)routine è difficile da immaginare e da comprendere per chi tutti i giorni va in ufficio nello stesso posto, esce la mattina e rientra la sera per poi dedicarsi alle cose che ama o ad altri impegni. Le mie giornate sono un puzzle perennemente incompleto con tessere dai contorni poco definiti e nonostante questo stile di vita mi porti inevitabilmente ad accumulare tanta stanchezza, questo è proprio il posto in cui devo stare visto che le scelte che ho fatto, seppur rischiose e anticonvenzionali, mi hanno portata a fare quello che amo. Il problema è che sono talmente dentro questa (non)routine da non riuscire a uscirne neanche quando mi capita un sabato libero, senza lavoro. Lo scorso weekend è andata così: mi sono svegliata alle 6 (perché dico io, perché?) e mi sono dovuta alzare perché non riuscendo a riaddormentarmi mi innervosiva l’idea di “perdere tempo” a letto. Così mi sono vestita e sono andata a camminare. Al rientro ho fatto la mia pratica yoga e una meditazione, poi mi sono preparata la colazione e ho iniziato a fare mente locale sulle ricette in programma. Ho acceso il forno e mentre andava a temperatura mi sono spalmata i fanghi sulle chiappe (quelli per la cellulite, dell’Estetista Cinica ovviamente) e mi sono avvolta nel cellophane (bella da vedere). Così conciata ho iniziato a cucinare sapendo che avevo 45 minuti prima del risciacquo. Erano più o meno le 10.30. Da quel momento in avanti c’è stato il buio. O la luce. O forse solo la follia. Ho cucinato senza sosta mentre accumulavo piatti sporchi nel lavandino (no, non ho la lavastoviglie) e poi mi sono messa a fotografare le varie preparazioni. Alle 18.00 io, i miei fanghi e la pipì che non avevo più fatto dalla mattina dovevamo ancora schiodarci dalla cucina. Vi risparmio i dettagli sulle mie chiappe che si erano praticamente bevute i fanghi. A seguire: lavaggio dei piatti, cambio veloce, consegna della quiche con crema di zucca e caprino che avevo preparato, doccia, capelli. Ore 21.00: una Giulia stremata con le gambe di cemento cercava di capire come fossero passate così tante ore così in fretta. E questo è il riassunto di un sabato abbastanza “tipo”. Però ragazzi, la quiche con crema di zucca al timo caprino e olive ha fatto faville. E, a 4 giorni di distanza, di quello che avevo cucinato è rimasto ben poco! Clicca qui per altre ricette di quiche e torte salate anche in versione vegan e senza glutine. Per la pasta brisè* 150 g di farina di farro (o integrale o semintegrale) 40 ml di olio extravergine d’oliva 50 ml d’acqua circa 1 punta di bicarbonato 1 cucchiaio di aceto bianco ½ cucchiaino di sale timo essiccato *Per l’impasto senza glutine segui questa ricetta! Per la farcia 250 g di polpa di zucca cotta al forno 80 g di caprino (o robiola) 1 cucchiaio di olive taggiasche 1 cucchiaio di pinoli latte di riso (o altro) qb timo scorza di limone olio extravergine d’oliva sale e pepe Preparate la pasta mescolando la farina con il sale il timo e il bicarbonato. Unite l’olio cominciando a impastare e aggiungete l’aceto e poi l’acqua poco per volta fino a ottenere un impasto liscio ed elastico. Mettete la polpa di zucca nel bicchiere del mixer insieme a un pizzico di sale, una macinata di pepe, un cucchiaio d’olio, il timo e la scorza di limone grattugiata. Frullate tutto per ottenere una crema, unendo qualche cucchiaio di latte se necessario. Assaggiate e regolate di sale. Stendete l’impasto su carta forno con l’aiuto di un po’ di farina in modo da formare un disco sottile, trasferitelo in una teglia e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta.* Riempite con la crema di zucca, aggiungete le olive a rondelle, metà del caprino in fiocchi e i pinoli, ripiegate i bordi della pasta verso il centro. Infornate a 180°C per circa 20 minuti, aggiungete il caprino restante (potete anche unirlo a fine cottura fuori dal forno se vi piace l’idea di qualcosa di fresco) e proseguite la cottura fino a quando i bordi saranno dorati e il fondo croccante. *con i ritagli della brisè potete fare dei crackers!
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