Stressata dal telefono che non fa che squillare – potessi, eliminerei Whatsapp e Messenger dalla faccia della Terra – e provata dal caldo assurdo che ci flagella neanche fossimo nel bel mezzo della Valle della morte, mi rintano sul blog per condividere con voi un piatto freddo che, caspiterina, è davvero un’ancora di salvezza quando proprio sembra che niente, ma davvero NIENTE (e quando dico NIENTE, intendendo NIENTE, ovvero il vuoto cosmico paragonabile ad un buco nero nella galassia) possa dare refrigerio – sia fisico sia psicologico, psicosomatico, psicomotorio … insomma, psicotutto!
Da quando ho scoperto il porridge, mi si è aperto un mondo. Praticamente, non vivrei di altro: porridge a colazione, pranzo e cena, merenda e spuntino – no, non lo faccio perché vorrei evitare di trasformarmi in un fiocco di avena, ma se dovessi seguire l’instinto e la gola, davvero avrei serie difficoltà a trattenermi dal prepararmi una ciotola di porridge ogni volta! 