Si può proprio dire chi mangia patate campa cent’anni. Certo abbiamo impiegato qualche anno per capirlo da quando il prode Cristoforo le ha postate come souvenir dal suo lungo viaggio, peccato si fosse dimenticato di spiegare che era il prezioso tubero da mangiare, non la pianta, tra l’altro velenosa, e fu relegata a pianta ornamentale per i graziosi fiorellini bianchi; influenzata da una diffidenza nei confronti di ciò che “cresce sottoterra” fino ad arrivare ad affermare che il consumo diffondesse la lebbra e ad asserire, nell’Encyclopédie del 1765, che si tratta di “cibo flatulento”. Ci furono poi casi di intossicazione causati dall’esposizione prolungata dei tuberi alla luce che fa sviluppare la solanina, sostanza tossica, e si sa che i racconti popolari hanno un effetto dissuasivo al consumo, e quindi la decisione fu di costringere i galeotti o i soldati ad alimentarsi di patate, perché a disposizione a buon prezzo. Poco l’interesse anche in Italia dove, forse facendo un po’ confusione, le patate vennero chiamate “tartuffoli”.
Poi arrivò Antoine Parmentier, rientrato in Francia nel 1771 dopo un periodo di prigionia in Prussia, dove di patate ne deve aver mangiate tante, scrisse un articolo sul valore nutrizionale delle patate, diedero il suo nome a una minestra che molto probabilmente piacque tanto alla regina e la patata arrivò finalmente in cucina. Scherzi a parte questo prezioso tubero ricco di elementi nutrizionali preziosi è un cibo di qualità da portare in tavola trasformato in mille modi, ma vediamone uno in più
Ingredienti
800 gr patate bolognesi
120 gr fave sgranate (anche surgelate)
50 gr pecorino romano
basilico fresco
menta fresca
olio extravergine di oliva italiano
sale
pepe
Procedimento
Privare le patate, che devono essere di medio/grosse dimensioni, delle calotte e dividere a metà, con due tagliapasta (ø 3 e 3,5 cm) ricavare dei cilindri.
Cuocere al vapore per 10/15′min i cilindri e le parti rimanenti.
Scottare le fave in acqua bollente salata per 1′min e privare della pellicina esterna.
Mescolare i ritagli di patata, precedentemente schiaccia ti grossolanamente con i rebbi di una forchetta, le fave, il pecorino grattugiato, menta e basilico spezzettati sale e pepe. Frullare 50 gr di olio con foglie di basilico e menta con un pizzico di sale grosso. Posare gli anelli di patata su una teglia foderata di carta da forno, farcire con il ripieno di fave patate e pecorino e infornare a 180 °C per 8/10′ min circa. Sfornare, completare con l’olio al basilico e servire subito.
Per questa ricetta ho utilizzato patate Selenella frutto di anni di ricerca e selezione, Selenella è un prodotto di eccellenza dalle caratteristiche inconfondibili controllate a garantite dal Consorzio della patata bolognese da quando nasce fino a quando arriva sulla nostra tavola.
Selenella è figlia di una storia e di una terra, quella delle campagne bolognesi, dalla grande tradizione agricola che si unisce a ricerca e innovazione.
Selenella è anche una patata attenta alla salute e all’ambiente, è fonte di selenio, un importante oligoelemento che ha proprietà antiossidanti e che contribuisce al buon funzionamento del nostro sistema immunitario- e viene prodotta con tecniche che limitano al minimo l’utilizzo di prodotti chimici.
Selenella, patata unica nel suo genere, si distingue per il sapore ricco, di ottima consistenza. Il profilo organolettico delle patate Selenella viene costantemente monitorato e garantito con analisi sensoriali periodiche e da un’accurata selezione varietale che permette la migliore conservazione e versatilità di utilizzo culinario.