LA METAFORA non è mia, la prendo in prestito da chi l’ha coniata, ma mi è sempre sembrata l’unica possibile per descrivere la pasta e fagioli. Un piatto povero, che nella versione canonica è falsamente semplice da preparare, radicato nel profondo di chi ama la tradizione italiana nella sua forma più antica. Un grande classico dove tutto si gioca sulla qualità degli ingredienti. Io pratico una versione semplificata, senza soffritto e lardo per ragioni di trigliceridi, ma alla fine nemmeno mi dispiace avere un gusto piú leggero.
Non c’è niente di più confortante della pasta e fagioli quando fa freddo e magari capita che la neve batta le nocche sulle finestre.
Nell’occasione, ho pensato a una massima di Gordon Ramsay che suggerisce, quando si ‘gioca’ in cucina, di aggiungere una mossa, un twist, ai grandi classici per renderli più personali. Io sono anni luce dalle sue capacità, quando rivisita i classici chef Ramsay inventa l’indimenticabile, ma ho voluto provare e a questa mia personale versione della pasta e fagioli, profumata e volgare come donne di malaffare, ho aggiunto qualcosa di antico nel sapore e un po’ nobile nel lignaggio: la noce moscata.
Il risultato? Della serie ‘intrigante, da ripetere’.
Le foto, come sempre, non rendono giustizia al gusto. E no, nonostante le apparenze, non ho irrorato il piatto con l’olio