Integrale è sempre meglio? Quando dire di no all’integrale

integrale è meglio

Sono ormai anni che consumo cibi integrali, pasta, riso, pane, farine, cereali, insomma, un po’ di tutto. Quando ho fatto questa scelta alimentare, trovare cibi integrali di ogni tipo era quasi un’impresa, vagavo per negozi di alimentazione naturale alla ricerca si prodotti che facessero per me, spesso costretta a spendere delle piccole fortune per aggiudicarmi i prodotti di mio gusto: integrali, bio, di provenienza sicura, etc.

Da qualche tempo non è più così, l’integrale è stato letteralmente “sdoganato” e anche sugli scaffali dei normali supermercati si vedono metri e metri lineari di prodotti integrali, pasta, riso, cereali prodotti da forno. Fare gli acquisti sembra diventato più semplice ed economico, ma spesso l’apparenza inganna.

Molte volte mi trovo a fare lo slalom tra prodotti che non hanno assolutamente le caratteristiche che un cibo integrale dovrebbe avere. Ci sono infatti casi in cui è meglio lasciare il prodotto a scaffale, ecco quando dire no all’integrale:

  1. Se il prodotto non è bio.

    Che siate o no fan del biologico, è vivamente sconsigliato mangiare cibi integrali che non siano bio, soprattutto se si ignora la provenienza del cereale. Nell’integrale, infatti, la parte più esterna del chicco non viene eliminata e il cereale rimane così integro. Nel caso in cui questo provenga da agricoltura tradizionale, cioè non biologica, possiamo avere la ragionevole certezza che vi sia presenza di fitofarmaci, o i più noti come pesticidi, che non sono certo un toccasana. Ergo, scegliete sempre cereali integrali bio!

  2. Se al posto della farina integrale è utilizzata la crusca in abbinamento a farine raffinate, i falsi integrali.

    Le farine integrali di buona qualità sono spesso più costose e hanno il “difetto” di conservarsi per periodi di tempo più brevi, pertanto, alcuni produttori vendono come integrali prodotti a base di farina raffinata a cui aggiungono, in percentuale variabile e assolutamente arbitraria, la crusca. Bisogna precisare che non si tratta di comportamenti illeciti perchè la normativa italiana consente di definire integrali anche i prodotti con tale composizione, tuttavia questi “falsi integrali” sono ben lungi dall’avere le proprietà dell’originale.  Sono, anzi, doppiamente dannosi, in quanto provocano l’innalzamento glicemico tipico della farina raffinata e l’effetto dannoso dell’eccesso di crusca, cioè una riduzione dell’assorbimento del ferro e del calcio. Nei prodotti da forno confezionati, i falsi integrali possono facilmente essere individuati, basta leggere ciò che è riportato in etichetta. Più complesso è, invece, individuarli quando si tratta di acquistare le farine o i prodotti senza etichette come, ad esempio, il pane. Nel caso di farine è necessario procedere ad un primo acquisto per fare “la prova del setaccio”. Se passandole attraverso il setaccio farina e crusca si dividono lasciando quest’ultima completamente intrappolata nelle maglie del colino siamo in presenza di farine raffinate addizionate di crusca. Meglio quindi indirizzarsi su altri tipi di farine che siano realmente integre e integrali, magari affidandosi ad aziende o mulini che abbiano una lunga tradizione nelle farine naturali e integrali. Per quanto riguarda il pane, è necessario richiedere la lista ingredienti al fornaio oppure procedere all’acquisto di un pezzo ed osservarne la mollica: se risulta uniforme, è molto probabilmente un vero integrale, al contrario, se si notano puntini scuri, questa è la prova che nel pane è stata aggiunta crusca per “renderlo integrale”.

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  1. In caso di farine non macinate a pietra

    Le farine macinate con i moderni mulini elettrici, mancano di purezza e sono spesso disomogenee in quanto questo procedimento può dar luogo ad accumuli di crusca o di amido che talvolta si rivelano fastidiosi per il nostro intestino specie se non è abituato all’integrale. Queste procedimento di macinatura, inoltre, arricchisce il prodotto finale di nichel. E’ pertanto preferibile scegliere sempre farine macinate a pietra che garantiscono che il chicco venga triturato omogeneamente preservandone completamente il valore nutritivo. 

  2. Se vengono aggiunti additivi alimentari o grassi di bassa qualità per migliorare il gusto.

    Spesso i prodotti da forno integrali sono meno soffici e gradevoli e molto più rustici al palato rispetto ai corrispettivi raffinati, alcune aziende alimentari, pertanto, utilizzano un maggior quantitativo di grassi (anche di dubbia qualità, come olio di palma o colza), di zuccheri e additivi alimentari per migliorare il gusto e la sofficità del prodotti. Leggete sempre le etichette con la massima attenzione!!!

  3. Se si è intolleranti al nichel o si sospetta fortemente di esserlo.

    Avete sintomi che possono essere ricondotti ad una intolleranza al nichel? In tal caso cercate conferma dei vostri sospetti sottoponendovi al test delle intolleranze alimentari. Le persone intolleranti al nichel, infatti, non possono godere dei benefici dei prodotti integrali poiché questi sono naturalmente più ricchi di nichel e potrebbero scatenare reazioni avverse.

  4. Se si soffre di disturbi dell’apparato gastrointestinale, quali coliti/sindromi del colon irritabile.

    Si tratta di fenomeni oggi molto diffusi spesso dovuti a stress e ad una dieta poco bilanciata. In questi casi, tuttavia, un passaggio repentino ad una alimentazione ricca di fibre e cibi integrali può rivelarsi troppo irritante. E’ bene quindi introdurre l’ integrale con la massima gradualità, magari affidandosi ai consigli di uno specialista. 

 

Ovviamente i benefici del vero integrale sono molti, ma ve li racconterò in un nuovo post. Nel frattempo se avete deciso di migliorare il vostro stile alimentare leggete 15 consigli per mangiare più sano

 

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