Crema pasticcera all’acqua

Io li conosco I domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta 
E la luce che manca da cercare dentro 
Io li conosco i giorni che passano uguali 
Fatti di sonno e dolore 
e sonno per dimenticare il dolore 
Conosco la paura di quei domani lontani 
Che sembra il binocolo non basti 
Ma questi giorni sono quelli per ricordare 
Le cose belle fatte 
Le fortune vissute 
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci 
Questi sono i giorni per ricordare …
Perché il domani quello col sole vero arriva 
(Ezio Bosso)
La maggioranza delle bambine crescono circondate di affetto e considerazione, ammirando la propria madre. Altre invece crescono elemosinando un amore che non arriverà mai, cercando di essere perfette per la donna che le ha partorite, nel desiderio continuo di renderla orgogliosa, sperando che da ciò possa scaturire un minimo di affetto e di considerazione…ma laddove nasce un figlio non necessariamente nasce una madre, a volte nasce semplicemente una genitrice priva di empatia e totalmente anaffettiva. Crescere senza sostegno emotivo e affettivo, senza gratificazioni, senza incoraggiamento, senza una madre che ti faccia sentire protetta, che ti insegni o ti tranquillizzi, crescere con una madre capace solo di criticare, demotivare, scoraggiare, opprimere, ricattare, manipolare…crescere senza baci, abbracci, coccole, senza una carezza … Per quanto la casa sia grande e lussuosa, per quanto le scuole siano prestigiose e le vacanze in luoghi meravigliosi, per quanto di materiale non manchi nulla, nessuna dolcissima baby sitter, nessuna affettuosissima tata, nessuno può sostituire nel cuore e nell’anima l’amore di una madre. Le madri anaffettive sono così, delegano tutto a figure sostitutive, non partecipano alla vita dei figli e non stanno mai con loro. Non conoscono né i loro desideri né i loro bisogni, semplicemente fuggono dall’incombenza di essere madre. Non seguono l’andamento scolastico, non parlano con gli insegnanti, non organizzano feste di compleanno, non leggono favole, non giocano, non cucinano torte, non conoscono i loro amici o i loro amori, non sanno a che ora escono né dove vanno, non li accompagnano in piscina o a catechismo e neanche a scuola. Non gioiscono delle loro gioie e non asciugano le loro lacrime. Si occupano prevalentemente di sé stesse, della loro vita, della loro carriera e percepiscono i figli solo in funzione dei propri personali bisogni.  Ma il più vile dei loro comportamenti, sono i continui ricatti morali nei confronti dei figli … atteggiamenti che non smettono mai, neanche quando i figli sono ormai adulti. La madre anaffettiva ricorderà e rinfaccerà tutti gli “ipotetici sacrifici” fatti per loro e sottolineerà quanto loro debbano esserle debitori. Con il loro comportamento da vittima tenteranno sempre di indurre il senso di colpa nei figli, facendoli sentire responsabili finanche dei loro malesseri e persino della loro vecchiaia. La madre anaffettiva, è un masso nell’anima dei figli, li costringe a vivere nei suoi continui lamenti, sentendosi il centro del mondo invade di continuo il loro spazio pretendendo di essere compresa, protetta e compatita. La madre anaffettiva chiede ai propri figli da bambini di non crearle problemi e da adulti di proteggerla e di aiutarla. Inoltre, sono incredibilmente invidiose e gelose dei loro stessi figli, del loro successo nel lavoro, dei loro affetti, delle loro amicizie, perché un figlio autonomo e realizzato si allontana dalla loro orbita e tende quindi a non essere più ricattabile.  Crescere con una madre anaffettiva, non è semplice, anzi è molto molto duro, ma è anche molto difficile da spiegare e da comprendere fino in fondo per chi non l’ha vissuto.  Da bambino nessuno ti spiega che non è cattiveria ma è una patologia, che non devi sentirti in colpa, devi soltanto non prestar fede alle sue parole, ma soprattutto che devi cercare amore e comprensione lontano da lei. Chi è cresciuto con una mamma anaffettiva, lo sa. Ovviamente, ognuno ha poi la sua specifica storia personale, il suo percorso di crescita emotivo. Il mio equilibrio psichico, il mio tutto è stato mio padre. Certo aiutato dalle baby sitter e dalle tate, ma lui non si è mai tirato indietro di fronte a nulla. Lui mi ha insegnato l’amore incondizionato, il senso della famiglia e del dovere, l’importanza della verità anche nelle relazioni interpersonali e nei sentimenti. Con lui ogni momento era gioioso, ogni pensiero positivo. Ancora oggi, ogni ricordo è una dolce coperta che mi coccola il cuore. Era lui che mi faceva il bagnetto e mi asciugava i capelli, lui mi imboccava, lui giocava seduto in terra vestendo bambole e organizzando matrimoni, lui mi raccontava la favola della buonanotte e sempre lui mi cantava la ninna nanna. Lui parlava con i professori, mi accompagnava dal medico e alle feste, e sempre e solo lui era alla mia proclamazione di laurea. Lui mi ha insegnato ad essere tenace e coraggiosa. Mi ha insegnato tutto ciò che sono e che so, mi ha insegnato a prendermi cura di me, a nutrirmi di rapporti affettivi basati sul reciproco sostegno, mi ha insegnato a dare spazio ai miei interessi e ha spronato le mie passioni. Mi ha aiutato, passo dopo passo, a costruirmi un’identità stabile ed indipendente. Mi ha insegnato a non cedere al risentimento e alla recriminazione. Mi ha insegnato ad amare e a fidarmi. Ma non è riuscito ad insegnarmi a non cedere ai ricatti emotivi di mia madre, non è riuscito a liberarmi dei sensi di colpa. Per quello ci sono voluti veramente tantissimi anni e a volte ancora oggi vacillo. L’anaffettività ed il rapporto disfunzionale che ne consegue è una patologia…ora l’adulta lo sa, ma non fa meno male alla bimba di ieri.   

Ingredienti
100 ml di acqua
70 gr di zucchero semolato
2 tuorli bio
30 gr di fecola o amido di mais
30 ml di succo di limone 
Procedimento
In un bricco unite l’acqua di rubinetto con il succo di limone. In un pentolino montate con una frusta a mano i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso, aggiungete successivamente la fecola e mescolate bene. Fate scaldare l’acqua con il limone, (ben calda, ma senza arrivare a bollore) e versatela lentamente, poco per volta, nel pentolino con la montata di uova, mescolando continuamente con la frusta a mano. Rimettete il pentolino sul fuoco basso e sempre mescolando con la frusta, portate la crema alla giusta consistenza. Travasate la crema in una ciotola, coprite con della  pellicola trasparente a contatto e lasciatela raffreddare. Conservate in frigo ben coperta.
Buon appetito!

Buona vita
e alla prossima ricetta!



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