L’Italia nel Piatto, 2 Febbraio: Fritti dolci o salati della tradizione.
Al di la delle chiacchiere, che nel dialetto calabrese vengono chiamati crustuli o guanti, tutti gli altri fritti non hanno proprio una connotazione carnevalesca in quanto si inizia a friggere già dall’ Immacolata per finire con l’inizio della Quaresima. Questo vale soprattutto per i dolci.
Oggi vi parlerò degli alaci, un dolce antichissimo che viene ancora preparato nel territorio di Gioiosa Ionica. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di un’interessante prova della continuità gastronomica e linguistica della tradizione magnogreca. Questi dolci di pasta lievitata, un tempo diffusi in tutto il meridione d’Italia, sarebbero infatti gli eredi dei taralli magnogreci e ad avvalorare questa tesi c’è il fatto che li troviamo pure nel Mani, un’area della Grecia continentale, dove prendono il nome di “lalanghia” e “lalakia“. Da quest’ultimo termine, tradotto nel vocabolo calabro-greco “lalakia”, si pensa sia nato l’odierno alacia – al plurale alaci - presente nel dialetto reggino ( notizie tratte da un testo di Pasquale Casile, studioso della questione grecanica ).
Gli alaci li troviamo sia nella versione dolce che salata. La copertura dello zucchero semolato logicamente è moderno, un tempo infatti gli alaci venivano ricoperti con il miele.
Ingredienti
Ho cercato di tradurre in grammi le unità di misura delle nostre nonne, ma non è facile racchiudere dentro dei numeri le loro ricette. Fidatevi del tatto e della vista, organi sersoriali indispensabili e invincibili in cucina!
100 ml di vino bianco
100 ml di olio di semi
100 gr di zucchero semolato
1 uovo
10 gr di lievito di birra fresco
farina 00 q.b.
- Per la copertura: zucchero semolato oppure miele
- Per friggere: olio di semi di arachide, io olio evo
Preparazione
Sciogliete il lievito in un poco d’acqua.
In una ciotola sbattete l’uovo con lo zucchero, aggiungete il vino, l’olio e il lievito sciolto. Unite tanta farina quanto ne occore per avere un impasto liscio ed elastico che lascerete riposare per 10 minuti.
Trascorso questo tempo formate con l’impasto delle ciambelle oppure delle trecce e lasciatele lievitare.
Appena pronti friggete gli alaci in olio caldo e poi rotolateli nello zucchero semolato oppure irrorateli con del miele.
E adesso vediamo cosa si frigge nelle altre cucine
Valle d’Aosta: Fritelle di mele valdostane
Piemonte: Frittelle con farina di mais e nocciole
Lombardia: Cuoppo alla milanese
Liguria: Frisceu
Trentino Alto Adige: Frittelle di mele
Veneto: Crema fritta alla veneta
Friuli Venezia Giulia: Strucchi fritti
Emilia Romagna: Frittelle di riso di Carnevale
Toscana: Cenci
Marche: Scroccafusi marchigiani
Umbria: Frittelle di pancotto
Lazio: Ravioli dolci di Carnevale
Abruzzo: Cicerchiata abruzzese di Carnevale
Molise: Rosacatarre molisane
Campania: Zeppole napolitane
Puglia: Frittelle
Basilicata: Frittelle con olive nere e peperoni cruschi
Sicilia: Latte fritto siciliano
Sardegna: Acciuleddi e Orilettas
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