Fino ad oggi non le avevo mai cucinate, nè tantomeno assaggiate. Avevo sentito parlare di questo legume scomparso; dai racconti dei nonni emerge che questi “ciciri migni” venivano consumati in tempi di magra, quando anche la produzione di altri legumi era scarsa. Evidentemente la pianta di cicerchia si adatta anche a terreni poveri e non ha bisogno di alcuna dedizione. Probabilmente perchè ricordavano questi periodi di “carestia” sono state accantonate e se ne è persa l’abitudine al consumo. Avendo letto che presenta straordinarie proprietà, caratteristiche nutrizionali eccellenti perchè ricche di calcio, fosforo ed oligoelementi oltre che un gusto piacevole, mi sono incuriosita e le ho cercate.
Ho trovato questi meravigliosi legumi, prodotti da aziende siciliane che coltivano sui terreni sottratti alla mafia, quindi speciali per diversi motivi.
Le ho tenute a bagno per 24 ore, cambiando l’acqua ogni tanto. Le ho messe in una pentola, coperte d’acqua con due foglie d’alloro. Ho usato la pentola a pressione perchè dalle mie ricerche risultava che avessero bisogno di una lunga cottura, ma in effetti non era necessario ( 20 minuti).
Ho tagliato a piccoli cubetti del prosciutto crudo.
L’ho fatto rosolare insieme ad un trito di cipolla, carote e sedano con olio extravergine d’oliva.
Ho aggiunto anche una cucchiaiata di passata di pomodoro e le cicerchie lessate. Ho regolato di sale.
Provatele e non ve ne pentirete: il loro gusto a metà strada fra i ceci e i fagioli, vi conquisterà.