I colori sono quelli del sottobosco, verde e color legno. Ma siamo a Milano dietro la ferrovia di Porta Romana e alle spalle di Corso Lodi. Un quartiere ancora vivo in una parte storia di Milano.
Sottobosco è un luogo dove si viene per il piacere di mangiare, per sentire i sapori di una volta. Il risotto con il brodo di carne che fa la gelatina naturale.
Sapori e profumi che rievocano ricordi e smuovono emozioni. Un locale a
conduzione familiare, e già questo in una Milano di marchi e brand che nascono e spariscono nel giro di una stagione, è sinonimo di qualità.
Ma si viene anche per vivere il quartiere e condividere. Un tavolone centrale quando si entra ospita avventori di ogni tipo, che arrivano alla spicciolata, ma alla fine condividono oltre al brindisi anche qualche storia di vita vissuta. Si mangia bene, che aiuta a stare insieme e a condividere.
Il menù che oltre all’elenco delle ricette propone piccole storie sui prodotti riporta i classici della tradizione lombarda e piemontese con qualche incursione nel mondo.
Alcune proposte classiche sono i Mondeghili o il risotto giallo alla milanese, rigorosamente con midollo.
Il carrello del Gran bollito di bue grasso, sette tagli di carne accompagnati da sette salse e mostarde, tutte autoprodotte.
O la pasta fresca fatta a mano ogni giorno in cucina, di tre tipi in teglia, in brodo o in salsa.
Non mancano le proposte che incuriosiscono come il Pastrami, carne succulenta, speziata, con note affumicate, è un antica ricetta della cucina ebraica di origine balcanica, esportata all’inizio secolo in America.
Sorprese anche nei dolci. Il Bunet, dolce al cucchiaio a base di cacao, amaretto e caffè è veramente speciale, la ricetta dello Chef Federico Boni, è quella di sua nonna Pierina, cuoca del Re Vittorio Emanuele, che ne era molto ghiotto.
La sfida, è quella di proporre una cucina semplice ma non banale. Piatti che rimandano alla memoria storica delle eccellenze della cucina italiana, una ricerca continua di sapori autentici.
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