Sicilia Orientale – Mare a Sud di Siracusa – Riserva Vendicari

E’ tanto che non scrivo delle nostre incursioni su e giù per l’Italia ed è merito di Sebastiano, siciliano doc, amministratore del gruppo Facebook “Natura da vivere”, profondo ed appassionato  conoscitore, nonchè praticante di tutto ciò che è natura, specie di quella della sua bella Sicilia, se ora mi trovo a stendere questo breve reportage. Mi ha stuzzicato pubblicando una foto di Calamosche nel suo gruppo, alla quale ho risposto con uno scatto di me in quella baia. Al che mi ha lanciato la sfida, dicendosi curioso di vedere come una “nordica” avrebbe descritto quel lembo di Trinacria che custodisce la Riserva di Vendicari, scrigno prezioso di perle rare che si svelano poco a poco a chiunque abbia desiderio di scoprirle. Ebbene, sfida accettata! Ecco il mio racconto:

In Riviera Romagnola la spiaggia è talmente presente, abbondante, immediata, visibile, accessibile sempre e ovunque, da creare quasi assuefazione e diventare scontata. In Sicilia, invece non è così, almeno in questa parte. Le spiagge sono celate da fasce di macchia selvaggia e di agricoltura anarchica e scomposta (solo in apparenza) e le devi cercare, desiderare ed un po’ guadagnartele. Però quando le scopri, trovi qualcosa di veramente eccezionale!
Questa “evasione fuori cucina” risale alla seconda metà di settembre 2019.
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Calamosche - Riserva di Vendicari
Spiaggia Calamosche
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Siamo partiti intorno alle 9 dal nostro alloggio, l’ottimo B&B “Dolce Casa” di Siracusa, dopo una deliziosa colazione a base di tante dolcezze fatte in casa ed arrivati a destinazione in poco più di un’ora.
Percorrendo la strada che va verso sud, il mare non è quasi mai visibile. L’accesso per Calamosche è indicato da un’insegna sulla SP19. Ci si addentra nella campagna su strada sterrata fino al parcheggio (3 € per l’intera giornata), si paga l’ingresso di € 3.50 alla Riserva e ci si avvia per un sentiero in mezzo alla macchia. Si consigliano scarpe chiuse. La spiaggia è completamente selvaggia, senza stabilimenti e punti di ristoro e ciò, a mio avviso, contribuisce non poco al suo fascino ed alla sua bellezza. Per una permanenza confortevole, conviene premunirsi con acqua e viveri. Dato il periodo, il caldo non era eccessivo ed il tragitto in mezzo alla flora mediterranea è risultato piacevole, quale preludio allo spettacolo che ci attendeva di lì a poco. Sulla terra arsa e polverosa pochi alberi, tanti arbusti e cespugli, tra muretti a secco e fiori di asfodelo.
Calamosche
Asfodeli lungo il sentiero per Calamosche

Dopo circa 15/20′ di cammino in piano, avvistiamo dall’alto la baia, raccolta e graziosa. Il mare è piatto, l’aria è ferma e solo pochi ombrelloni di tranquilli bagnanti mattinieri punteggiano la spiaggia. Ci fermiamo ad ammirare la visione, scattando qualche foto ricordo, per poi scendere i pochi gradini che ci separano dalla cala. 
Calamosche
Spiaggia Calamosche
Calamosche
Spiaggia Calamosche
La sabbia è chiara e fine, mentre l’acqua celeste e cristallina, appena mossa dalla brezza lieve, gioca a riflettere i raggi solari esaltando ancor più la propria trasparenza.
La calma e la pace regnano sovrane. Non ci resta che appoggiare gli zaini, stendere gli asciugamani e godere di un bel bagno rigenerante in questa splendida piscina naturale!
Calamosche
Mare di Calamosche
Calamosche
Mare di Calamosche
Calamosche
Mare di Calamosche
Altra meraviglia della Riserva di Vendicari è Spiaggia Marianelli, un po’ più a nord rispetto a  Calamosche. Percorrendo sempre la SP19, abbiamo imboccato l’ingresso Marianelli per una sterrata che si addentra nella campagna, conducendo fino all’agriturismo Marianeddi. Si lascia l’auto nel parcheggio al costo di € 4,50 convertibili poi in consumazioni all’agriturismo stesso. So che si dovrebbe pagare anche l’ingresso alla riserva di € 3,50 a testa come per Calamosche, ma a noi non è stato chiesto nulla. Ci si incammina anche qui per uno stradello che nel giro di 15/20′ conduce alla spiaggia che si prospetta stupendamente immersa in una natura selvaggia e incontrastata da qualsiasi attività umana organizzata.
Per una permanenza prolungata è quindi raccomandabile, anche in questo caso, premunirsi di generi di conforto e ombrellone, magari con cordini antivento per poterlo ancorare a terra. 
Da segnalare che Marianelli è tradizionalmente frequentata dai naturisti, ma ciò non preclude la presenza a chi non lo è, e la convivenza è assicurata dalla discrezione educata dei praticanti, che probabilmente si aspetteranno la stessa attenzione nei propri confronti.
Alla fine del sentiero. la vista s’apre su un’ampia fascia di sabbia fine e dorata baciata da un mare azzurro e cristallino dalle sembianze caraibiche.
Spiaggia Marianelli
Spiaggia Marianelli
Spiaggia Marianelli
Inutile dire che anche a  Marianelli abbiamo goduto di rilassanti bagni di sole e di mare nella massima tranquilltà.
Spiaggia Marianelli
Spiaggia Marianelli
Spiaggia Marianelli
Spiaggia Marianelli

Spiaggia Marianelli - Riserva di Vendicari
Spiaggia Marianelli

Spiaggia Marianelli - Riserva di Vendicari
Mare di Marianelli
Nel primo pomeriggio, momentaneamente sazi di quel paradiso, ci avviamo verso il ritorno. Pur essendo settembre inoltrato, il sole a picco si fa sentire ed arriviamo un po’ accaldati. Niente di meglio allora che rinfrescarci con una buona granita al limone, all’ombra degli ulivi nel giardino dell’agriturismo, scontando il ticket del parcheggio. La struttura è rustica, ma curata, accogliente ed anche romantica, perfettamente inserita nel contesto rurale circostante.
Agriturismo Marianeddi Vendicari
Agriturismo a Marianelli

Agriturismo Marianeddi Vendicari
Agriturismo a Marianelli

Agriturismo Marianeddi
Agriturismo a Marianelli

Agriturismo Marianeddi
Agriturismo a Marianelli
Dall’ingresso principale della Riserva di Vendicari, si accede alla zona umida ed all’adiacente tonnara omonima. La macchina può essere lasciata al parcheggio per € 3,50 gionalieri, ma noi l’abbiamo fermata lungo la strada. Dopo circa 200 mt. si incontra la biglietteria che, come per gli altri varchi, rilascia il solito talloncino di € 3,50. 
Alberi di eucalipto profumano l’aria con sentori mentolati, mentre attraverso una serie di passerelle in legno, raggiungiamo il cuore del parco. Ho un debole per queste piante maestose ed eleganti, che adornano sovente tanti paesaggi un po’ in tutto il sud. Imparai a  conoscerle, tanti anni or sono, sempre in Sicilia, sull’isola di Vulcano. Lunghe foglie lanceolate e pendenti, quali frange argentee, si raccolgono in chiome ondeggianti e fruscianti al vento gentile, come boa di struzzo dalle piume fluttuanti sotto le movenze aggraziate di antiche soubrette d’avanspettacolo.
Eucalipti nella Riserva di Vendicari

Eucalipti nella Riserva di Vendicari
Riserva di Vendicari
Proseguendo si arriva alla spiaggia della tonnara, lunga e spaziosa, ma poco attraente per via di alcuni depositi di posidonia spiaggiata e l’acqua resa torbida dalla stessa. Sono sicura che questo litorale ha avuto ed avrà giornate migliori. Daltronde capita spesso che spiagge incantevoli divengano temporaneamente irriconoscibili a causa di condizioni ambientali e metereologiche avverse. Però qui ad attirare l’attenzione è la vecchia tonnara, che coi toni caldi delle sue colonne, si staglia nitida nell’azzurro di cielo e mare e si avvicina ad ogni passo, pronta a raccontare storie di un passato nemmeno troppo lontano.
Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari
Luogo di grande suggestione, la tonnara di Vendicari risale come minimo al XV sec., periodo in cui si rinviene la prima documentazione scritta comprovante la sua esistenza, ma probabilmene è ancora antecedente. Fu acquistata dall’importante famiglia Nicolaci, di cui abbiamo visitato il sontuoso palazzo nel centro di Noto, insieme ad altre tonnare della zona, tra cui quella di Marzamemi. In sinergia con le saline poco distanti, vi si esercitava la cattura e la lavorazione dei tonni di ritorno, che dopo la stagione degli amori tornavano in mare aperto. Lo stabilimento visse alterne fortune, tra fasi di attività intensa e di ferma, fino a quando nel 1943 chiuse definitivamente. Di recente, i ruderi della struttura sono stati recuperati e restaurati a render testimonianza dell’antica civiltà delle tonnare, ormai tutte dismesse. 
I pilastri allineati orfani della copertuta, l’alta e snella ciminiera, le casette basse dei pescatori e la torre sveva-aragonese del ’400, tutti protesi verso il mare, compongono un insieme di grande fascino.
Tonnara di Vendicari
Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari

Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari

Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari

Riserva di Vendicari
Torre sveva – Tonnara di Vendicari

Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari
Impossibile per me non ripensare alle tonnare Florio sull’Isola di Favignana, dove abbiamo appreso ciò che era la vita, la fatica, la tenacia dei tonnaroti, stretti attorno al  rais (il capotonnara) nello svolgimento della mattanza. Osservando questo luogo, ora silenzioso e solitario, mi pare quasi di udir rieccheggiare le grida cadenzate di quegli uomini forti e orgogliosi, con le braccia possenti bruciate dal sole, che si danno il ritmo nello sforzo di sollevare i tonni per issarli a bordo. In seguito le mani abili di operaie ed operai che sezionano, mondano, cuociono ed inscatolano il tonno, così pronto per partire verso i mercati del mondo. E poi l’amara riflessione su un mondo ormai scomparso. In Italia esistevano tante tonnare, di cui l’unica sopravvissuta è Carloforte in Sardegna, che imperterrita, continua a sfidare la modernità. La pesca industriale altamente tecnologica delle multinazionali ha ormai soppiantato quella tradizionale, che si è dovuta arrendere alla drastica diminuzione degli esemplari in entrata nel Mediterraneo, in quanto bloccati e prelevati sullo stretto di Gibilterra. E per quanto potesse sembrare cruenta e crudele, la mattanza era sicuramente più sostenibile e più equa dei sistemi di pesca attuali.
Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari e Torre Sveva sullo sfondo

Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari

Riserva di Vendicari
Tonnara di Vendicari

Continuando per i sentieri della Riserva, si giunge alla zona umida costituita da laghetti paludosi e salmastri. Appositi capanni consentono l’avvistamento della fauna selvatica, senza recarle disturbo. In quel momento erano presenti pochi uccelli limicoli dalle lunghe zampe sottili e il piumaggio bianco.
Riserva di Vendicari
Zona umida di Vendicari

Zona umida di Vendicari
Zona umida di Vendicari
Proseguendo verso sud, anche se appena fuori la Riserva di Vendicari, merita una menzione la spiaggia di San Lorenzo dalla sabbia chiara e sottile e l’acqua azzurra e cristallina. Anche qui abbiamo trascorso qualche ora di sole in totale relax, piacevolmente accarezzati dalla brezza settembrina.
Spiaggia San Lorenzo sotto Vendicari
Spiaggia San Lorenzo
Spiaggia San Lorenzo
Il sole gioca ad intessere trame luminose sul fondale marino esaltando ancor più la limpidezza dell’acqua.
Spiaggia San Lorenzo
Mare Spiaggia San Lorenzo

Per ora mi fermo qui, con il proposito di raccontare ancora di questa terra variegata e straordinaria in cui non vedo l’ora di tornare. Terra arricchita dalla sua gente, aperta, accogliente e cordiale, tanto simile a noi romagnoli. Mi ci sono sentita subito a casa e completamente a mio agio. Arrivederci a presto, Sicilia mon amour!

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