Percorrendo la strada che va verso sud, il mare non è quasi mai visibile. L’accesso per
è indicato da un’insegna sulla SP19. Ci si addentra nella campagna su strada sterrata fino al parcheggio (3 € per l’intera giornata), si paga l’ingresso di € 3.50 alla Riserva e ci si avvia per un sentiero in mezzo alla macchia. Si consigliano scarpe chiuse. La spiaggia è completamente selvaggia, senza stabilimenti e punti di ristoro e ciò, a mio avviso, contribuisce non poco al suo fascino ed alla sua bellezza. Per una permanenza confortevole, conviene premunirsi con acqua e viveri. Dato il periodo, il caldo non era eccessivo ed il tragitto in mezzo alla flora mediterranea è risultato piacevole, quale preludio allo spettacolo che ci attendeva di lì a poco. Sulla terra arsa e polverosa pochi alberi, tanti arbusti e cespugli, tra muretti a secco e fiori di asfodelo.
La calma e la pace regnano sovrane. Non ci resta che appoggiare gli zaini, stendere gli asciugamani e godere di un bel bagno rigenerante in questa splendida piscina naturale!
Per una permanenza prolungata è quindi raccomandabile, anche in questo caso, premunirsi di generi di conforto e ombrellone, magari con cordini antivento per poterlo ancorare a terra.
Da segnalare che Marianelli è tradizionalmente frequentata dai naturisti, ma ciò non preclude la presenza a chi non lo è, e la convivenza è assicurata dalla discrezione educata dei praticanti, che probabilmente si aspetteranno la stessa attenzione nei propri confronti.
Alla fine del sentiero. la vista s’apre su un’ampia fascia di sabbia fine e dorata baciata da un mare azzurro e cristallino dalle sembianze caraibiche.
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Spiaggia Marianelli |
Inutile dire che anche a Marianelli abbiamo goduto di rilassanti bagni di sole e di mare nella massima tranquilltà.
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Spiaggia Marianelli |
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Spiaggia Marianelli |
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Spiaggia Marianelli |
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Mare di Marianelli |
Nel primo pomeriggio, momentaneamente sazi di quel paradiso, ci avviamo verso il ritorno. Pur essendo settembre inoltrato, il sole a picco si fa sentire ed arriviamo un po’ accaldati. Niente di meglio allora che rinfrescarci con una buona granita al limone, all’ombra degli ulivi nel giardino dell’agriturismo, scontando il ticket del parcheggio. La struttura è rustica, ma curata, accogliente ed anche romantica, perfettamente inserita nel contesto rurale circostante.
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Agriturismo a Marianelli |
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Agriturismo a Marianelli
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Agriturismo a Marianelli
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Agriturismo a Marianelli
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Dall’ingresso principale della Riserva di Vendicari, si accede alla zona umida ed all’adiacente tonnara omonima. La macchina può essere lasciata al parcheggio per € 3,50 gionalieri, ma noi l’abbiamo fermata lungo la strada. Dopo circa 200 mt. si incontra la biglietteria che, come per gli altri varchi, rilascia il solito talloncino di € 3,50.
Alberi di eucalipto profumano l’aria con sentori mentolati, mentre attraverso una serie di passerelle in legno, raggiungiamo il cuore del parco. Ho un debole per queste piante maestose ed eleganti, che adornano sovente tanti paesaggi un po’ in tutto il sud. Imparai a conoscerle, tanti anni or sono, sempre in Sicilia, sull’isola di Vulcano. Lunghe foglie lanceolate e pendenti, quali frange argentee, si raccolgono in chiome ondeggianti e fruscianti al vento gentile, come boa di struzzo dalle piume fluttuanti sotto le movenze aggraziate di antiche soubrette d’avanspettacolo.
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Eucalipti nella Riserva di Vendicari |
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Eucalipti nella Riserva di Vendicari |
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Riserva di Vendicari |
Proseguendo si arriva alla spiaggia della tonnara, lunga e spaziosa, ma poco attraente per via di alcuni depositi di posidonia spiaggiata e l’acqua resa torbida dalla stessa. Sono sicura che questo litorale ha avuto ed avrà giornate migliori. Daltronde capita spesso che spiagge incantevoli divengano temporaneamente irriconoscibili a causa di condizioni ambientali e metereologiche avverse. Però qui ad attirare l’attenzione è la vecchia tonnara, che coi toni caldi delle sue colonne, si staglia nitida nell’azzurro di cielo e mare e si avvicina ad ogni passo, pronta a raccontare storie di un passato nemmeno troppo lontano.
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Tonnara di Vendicari |
Luogo di grande suggestione, la tonnara di Vendicari risale come minimo al XV sec., periodo in cui si rinviene la prima documentazione scritta comprovante la sua esistenza, ma probabilmene è ancora antecedente. Fu acquistata dall’importante famiglia Nicolaci, di cui abbiamo visitato il sontuoso palazzo nel centro di Noto, insieme ad altre tonnare della zona, tra cui quella di Marzamemi. In sinergia con le saline poco distanti, vi si esercitava la cattura e la lavorazione dei tonni di ritorno, che dopo la stagione degli amori tornavano in mare aperto. Lo stabilimento visse alterne fortune, tra fasi di attività intensa e di ferma, fino a quando nel 1943 chiuse definitivamente. Di recente, i ruderi della struttura sono stati recuperati e restaurati a render testimonianza dell’antica civiltà delle tonnare, ormai tutte dismesse.
I pilastri allineati orfani della copertuta, l’alta e snella ciminiera, le casette basse dei pescatori e la torre sveva-aragonese del ’400, tutti protesi verso il mare, compongono un insieme di grande fascino.
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Tonnara di Vendicari |
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Tonnara di Vendicari |
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Tonnara di Vendicari |
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Tonnara di Vendicari |
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Torre sveva – Tonnara di Vendicari |
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Tonnara di Vendicari |
Impossibile per me non ripensare alle tonnare Florio sull’
Isola di Favignana, dove abbiamo appreso ciò che era la vita, la fatica, la tenacia dei tonnaroti, stretti attorno al rais (il capotonnara) nello svolgimento della mattanza. Osservando questo luogo, ora silenzioso e solitario, mi pare quasi di udir rieccheggiare le grida cadenzate di quegli uomini forti e orgogliosi, con le braccia possenti bruciate dal sole, che si danno il ritmo nello sforzo di sollevare i tonni per issarli a bordo. In seguito le mani abili di operaie ed operai che sezionano, mondano, cuociono ed inscatolano il tonno, così pronto per partire verso i mercati del mondo. E poi l’amara riflessione su un mondo ormai scomparso. In Italia esistevano tante tonnare, di cui l’unica sopravvissuta è Carloforte in Sardegna, che imperterrita, continua a sfidare la modernità. La pesca industriale altamente tecnologica delle multinazionali ha ormai soppiantato quella tradizionale, che si è dovuta arrendere alla drastica diminuzione degli esemplari in entrata nel Mediterraneo, in quanto bloccati e prelevati sullo stretto di Gibilterra. E per quanto potesse sembrare cruenta e crudele, la mattanza era sicuramente più sostenibile e più equa dei sistemi di pesca attuali.
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Tonnara di Vendicari e Torre Sveva sullo sfondo |
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Tonnara di Vendicari |
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Tonnara di Vendicari |
Continuando per i sentieri della Riserva, si giunge alla zona umida costituita da laghetti paludosi e salmastri. Appositi capanni consentono l’avvistamento della fauna selvatica, senza recarle disturbo. In quel momento erano presenti pochi uccelli limicoli dalle lunghe zampe sottili e il piumaggio bianco.
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Zona umida di Vendicari |
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Zona umida di Vendicari |
Proseguendo verso sud, anche se appena fuori la Riserva di Vendicari, merita una menzione la spiaggia di San Lorenzo dalla sabbia chiara e sottile e l’acqua azzurra e cristallina. Anche qui abbiamo trascorso qualche ora di sole in totale relax, piacevolmente accarezzati dalla brezza settembrina.
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Spiaggia San Lorenzo |
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Spiaggia San Lorenzo |
Il sole gioca ad intessere trame luminose sul fondale marino esaltando ancor più la limpidezza dell’acqua.
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Mare Spiaggia San Lorenzo |
Per ora mi fermo qui, con il proposito di raccontare ancora di questa terra variegata e straordinaria in cui non vedo l’ora di tornare. Terra arricchita dalla sua gente, aperta, accogliente e cordiale, tanto simile a noi romagnoli. Mi ci sono sentita subito a casa e completamente a mio agio. Arrivederci a presto, Sicilia mon amour!
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