Se la torta fa “squish”

NON ho ancora capito se, quando ha coniato il nome “squish” per la mia ultima incursione nel mondo della pasticceria, mia figlia pensava a “squisito” o, più probabilmente, a scivoloso.

Premetto: il sapore della torta con crema di ricotta al cioccolato era buonissimo.

Era la consistenza dopo la cottura che non funzionava granché .

Al mio palese disappunto, la creatura mi ha fornito una delle sue perle di disarmante saggezza: “Mamma la torta che hai fatto é buona. Stai tranquilla. E’ una torta squish”

Vigliaccamente, ho preferito non approfondire cosa intendesse esattamente con “squish”, però aveva ragione a dire che era buona. Solo un po’ instabile nel reparto consistenza.

Comunque l’errore secondo me stava tutto nell’abbondanza. Ho messo troppo ripieno di crema di ricotta al cioccolato e non si è cotto al punto da rassodare bene.

Per la preparazione ho usato un disco di pasta sfoglia di quelli giá pronti, chi sostiene che le mamme-lavoratrici hanno poco tempo per fare i dolci ha ragione, che ho messo in una tortiera imburrata per poi bucherellarne il fondo. Quindi ho fatto la crema pasticcera usando solo tre uova, ho unito la crema alla ricotta (ne ho fatta troppa, ma era deliziosa, con una ricotta fresca che si scioglieva in bocca) e il cioccolato fondente in scaglie. Ho versato il composto nello stampo e poi in forno a 180 gradi per una trentina di minuti.

Quando la sfoglia era cotta e il sopra della crema bello sodo, ho spento e sfornato, ma il dentro era rimasto, ahimè, molto più ‘molle’.

Come dire, “squish”…

Come è finita? Che l’abbiamo finita in un pomeriggio ”</p

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