Sabrina #4 E così fu …..di cicoria di tulipani e del vento dentro

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Lettera dal Land

Baviera, ultimi giorni di Dicembre

Mia preziosa, preziosa Gipsy,

ho camminato tra rami e boschi gentili, ieri, case di legno grandi e profumose di vita alla cannella, balconi decorati e fiori, e un uomo che mi è passato davanti – o attraverso, non so ancora – col vento dentro. Cercavo tulipani che non ho trovato, in mezzo a questi giardini da favola antica, perché li avevo visti nella tua cucina e volevo portarmeli a casa. Aspetterò di trovarli nel campo di fiori liberi che c’è qui, dove per un solo pensiero scritto a qualcuno e lasciato in una cassetta blu, puoi portarti via petali e colori e fiori di ogni genere. Così, con una poesia che ti atterrisce, la Baviera ti regala sogni floreali e realtà da annusare quando vuoi.

Non ho trovato i tulipani, Gipsy, ma la storia sì. La tua. Ho spostato un ramo e una signora mi ha visto nel suo giardino, d’improvviso, a spiarle il tempo e lo spazio. Io ho gridato, lei no. Ha sorriso un poco e raccolto un cestino  pieno di cose che non conosco, dello stesso colore del suo scialle invernale. E poi per me la sorpresa.

Mi ha scoperta italiana al primo sguardo, un po’ strana al secondo, e al terzo ho scoperto io che sapeva parlare la nostra lingua. Non quella del nostro paese, ma proprio la nostra, quella delle emozioni, delle storie raccontate con espressioni e gesti puliti, delle azioni sceniche essenziali, evocatrici, reali e metaforiche, assurde nell’accezione che conosciamo, la lingua della parola espressa che rimanda a immagini e sensazioni, nel più puro donarsi ogni giorno ed essere strumento e veicolo di vite che da qualche parte, in qualche tempo, vivono davvero.

Mi ha donato la storia per te, quella che cercavo dietro il sole insperato di questo inverno, su un libro che non capivo, nei chilometri che ho fatto per vedermi un altro pezzo di mondo, e che invece ho trovato in lei, capelli argento in un giardino ad anfiteatro, gesti chiari e poche parole, quelle che servivano, e il resto solo fantasia. Che io chiamo creare, ma anche essere.

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La nobile storia della cicoria e del suo fiore

“Narra un’ antica leggenda bavarese che un giorno una bellissima principessa venne abbandonata dal suo amato principe, sedotto senza speranza da una ninfa. Incredula e disperata, la principessa corse e corse, inseguita dalle sue damigelle, fino a che non giunse in un palazzo dai colori magnifici ma sbiaditi. Senza pensarci la giovane sposa entrò e inginocchiatasi al centro della grande stanza ovale, pianse giorni di lacrime e dolore.

Le damigelle non sapevano che fare, lì intono a lei le facevano da scudo, come per proteggerla. Ma la principessa non riusciva a smettere di pensare al suo amato ormai perduto, non tratteneva il pianto e il suo corpo, piegato dai singhiozzi, era via via sempre più debole. La tristezza e la paura prese le damigelle, quando dopo tanto abbattersi, la principessa esclamò

– Voglio morire, anche se non lo vorrei, perché non posso vivere pensando di non poterlo più rivedere ovunque io vada.

Allora le damigelle esclamarono all’unisono

– Se è questo che vuoi, allora anche noi lo desideriamo. Vogliamo morire, anche se non lo vorremmo, ma la nostra morte non deve essere vana: morire, si, ma che sia lui a vederci ovunque, il principe infedele, su ogni strada che percorre. Questo vorremmo.

E qualcuno ascoltò le loro preghiere, e anche se nessuno potrebbe giurare che fosse la voce di Dio, ecco che una voce le raggiunse:

– Ho ascoltato il vostro dolore e i desideri, e vi porrò rimedio e fine. Non morirete, questo è certo. Diverrete dei fiori splendidi, tutte. Ma tu, dolce e disperata principessa , avrai il colore bianco del tuo vestito di sposa splendida e vivrai in tutte le strade in cui il principe camminerà, per vederlo in eterno senza essere vista.  Voi, damigelle fedeli, vi trasformerete in splendidi fiori azzurri e abiterete tutte le vie e i campi e i luoghi che il principe si troverà a percorrere, perché in ogni angolo lui vi scorga e vi veda per primo e dappertutto.

E così fu.”

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Per questo motivo, ancora oggi, il fiore della cicoria è chiamato qui Wegwarte, “guardiana delle strade”, e si schiude all’alba per poi richiudersi al tramonto, quando il principe, lontano dalle strade, è ormai tornato al suo castello.

La tua storia Gipsy, che ha il profumo delle tue cose buone, la poesia del nostro essere teatranti, e la voce e gli occhi e i gesti di una signora bavarese sconosciuta, con un cesto in mano, in un giardino ad anfiteatro, in un giorno qualunque. Ma forse mi sbaglio. Forse, quella signora, io l’ho conosciuta in un modo in cui è difficile conoscere qualcuno. Forse l’ho conosciuta davvero.

Ti arriverà, ne sono certa, il mio lungo abbraccio,

Sabrina

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