Rigatoni al ragù alla bolognese



Perché proponiamo un post in cui parliamo di maccheroni al ragù?
No, non siamo impazzite, ma questo è uno dei piatti principi della nostra tradizione e poi perché il nostro blog è molto seguito dagli amici non italiani, quindi vogliamo farne omaggio a loro!
Se avete letto il post che abbiamo pubblicato recentemente, secondo l’Accademia della Cucina Italiana con il ragù alla bolognese non (NON) si condiscono le tagliatelle. Il ragù si usa per le lasagne, gli gnocchi o la pasta secca. Dunque, ecco i nostri rigatoni al ragù.




Innanzitutto la domanda è: quanta pasta? Beh, questo dipende dagli stomaci e dagli appetiti. Molti italiani pensano che la dose perfetta sia 100 grammi a testa, ma 70/80 per porzione sono più che sufficienti. Questo quantitativo si riferisce alla pasta di semola di grano duro secca. Se invece dovessimo cuocere pasta fresca, con o senza uova, oppure gnocchi, allora le quantità cambierebbero notevolmente (ce ne vorrebbe di più).



Ingredienti per 6


Preparate il sugo come spiegato nel post che trovate qui. Potete usare del macinato misto di bovino e suino oppure bovino e vitello o solo bovino. Se riuscite a trovare del macinato grosso, il ragù avrà una consistenza più rustica e corposa. Usate del pomodoro di buona qualità: il risultato sarà ottimo.



La cottura della pasta. Per cuocere la pasta alla perfezione ci vogliono: 1 litro di acqua ogni 100 grammi di pasta. Una pentola grande, dove la pasta galleggi liberamente nell’acqua. Si porta a bollore l’acqua, quindi si aggiungono 7 grammi di sale ogni litro d’acqua. Quando l’acqua ricomincia a bollire, versate la pasta. Girare, per non fare attaccare. Cuocere secondo il tempo riportato sulla confezione, senza coperchio. A noi italiani la pasta piace cotta al dente.


 

Al dente. Non esiste una traduzione nelle altre lingue per la “cottura al dente”. Diciamo che significa che la pasta non deve essere troppo cotta, ma nemmeno ancora cruda. La pasta al dente mantiene la sua forma, questo è certo. Per fortuna sulle confezioni della pasta è riportato il tempo di cottura, perché molto dipende dal tipo di grano usato e dal formato. La pasta deve essere comunque calata solo quando l’acqua bolle bene. Non è necessario aggiungere olio all’acqua di cottura, basta ricordarsi di girare ogni tanto. 
E’ consigliabile mangiare la pasta al dente anziché troppo cotta perché è più facile da digerire: è dimostrato, infatti, che non aumenta l’indice glicemico (GI) come invece può fare una pasta stracotta.
Dunque, scolate la pasta bene (mai fare come certi nostri amici stranieri che la raffreddano sotto l’acqua corrente!) poi rimettetela nella pentola e conditela con una parte del sugo, circa la metà. Poi impiattate e condite con il sugo rimanente, diviso equamente nei piatti.

Rimane un ultimo quesito: formaggio o no? C’è chi metterebbe formaggio grattugiato dappertutto. Una cosa è certa: un prodotto come l’autentico Parmigiano reggiano non fa che esaltare questo piatto. Ma il ragù è talmente buono che anche senza aggiungere formaggio mangerete una prelibatezza. Quindi, fate come volete e buon appetito!


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