E no, niente da fare, la mania del detox ha colpito anche me.
E che ci vuole, ho pensato.
Possiedo persino un meraviglioso estrattore.
Cominciamo col dire che i massimi divulgatori delle diete detox sono le riviste femminili, soprattutto con le loro pagine online e le fashion- lifestyle- influencer troppa moda blogger.
Soprattutto loro, vere spacciatrici di instagrammabilissimi bibitoni in bicchieri hipster e fighetti.
Il finale della storia non è dei più felici, ma contiene una morale, perciò proseguite la lettura, con le dovute avvertenze: le diete che troverete in rete anche su siti affidabili e noti vi avvisano di farle solo se in buona salute e sotto stretto controllo medico.
Ecco il mio primo mumble mumble: se dovete farle sotto stretto controllo medico, allora perché non andare direttamente da un vero medico?
E dunque, come non rendervi partecipi delle mie disavventure detox, ovviamente vissute sempre come una vera Bridget Jones de noantri, e sempre con il sogno di essere Carrie Bradshaw.
1. Il mito folle del limone e sciroppo d’acero, e finire tutto a tarallucci pancakes e vino.
Io ho iniziato dalla più folle, quella resa famosa da Beyoncè: la dieta del limone, la “Lemonade Detox Diet”. In buona sostanza ti dicono di fare un bibitone di limoni, sciroppo d’acero puro, pepe di cayenna ed acqua. E lo dovresti fare per 10 giorni.
La ricetta di Stanley Burrough è:
2 cucchiai di succo di limoni o lime
2 cucchiai di sciroppo d’acero
1/10 di cucchiaino di pepe di cayenna
60ml d’acqua
Cosa ho fatto io: ho comprato per 5,99 € il mio bel sciroppo d’acero, ho preparato il bibitone, l’ho bevuto per circa 8 ore, dopodiché con la pancia in modalità El Nino, ho fatto i pancake, perchè lasciare così lo sciroppo d’acero era un vero delitto.
2. Quando le verdure delle foto sono verdi ed invece le tue sembrano diarrea di neonato.
Ma non mi sono arresa, ed ho prontamente iniziato un programma detox in 3 giorni, che prevedeva solo frutta e verdura anche frullata il primo giorno, escluse le banane ( scoprirete che le banane nelle diete detox sono vittime di razzismo estremo). Non puoi salare, dolcificare, puoi aggiungere lo zenzero, però.
Il secondo giorno per un incredibile misterioso dogma torna prepotentemente lo sciroppo d’acero ( perché? perché? perché?) oltre alla frutta e verdura del primo giorno.
Il terzo giorno hai addirittura libertà di usare i germogli di soia, le lenticchie, il lino.
Cosa ho fatto io: ho resistito un giorno intero, dilettandomi con il prode estrattore del marito, che fino a quel momento ci aveva deliziato con fantastici estratti nettarini di anguria, melone, latte di cocco, succo di pesca.
Ma perché i miei estratti di verdure avevano tutte l’aspetto orrido di cui sopra e il mortifero sapore di pozione polisucco?
3. Il segreto potere delle proteine in polvere negli smoothies.
Questo programma di detox è inaffrontabile, ed infatti io non l’ho neanche iniziato.
Prima di tutto tutta quella frutta non di stagione e poi il macabro suono che a me fanno le parole
PROTEINE-IN-POLVERE.
Cosa ho fatto io: niente proprio, ho chiuso l’internet, cercato la ricetta di una crostata e ho fatto merenda.
Ed eccoci giunti alla morale di questa breve storia triste: rivolgetevi a degli esperti, cercate innanzitutto dei professionisti che vi spieghino cosa sbagliate nella vostra alimentazione, che vi insegnino a leggere un’etichetta e a fare una spesa sana ed etica.
Provate più che il fai da te, un buon corso sull’alimentazione sana.
L’articolo Quella volta che il detox mi prese la mano sembra essere il primo su Casually food blogger.