Pinza (dolce della befana) ricetta antica

Da giorni ormai ha preso il via il CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO progetto fortemente voluto dall’ AIFB e che si presta a proporre 366 ricette, una al giorno per tutto l’anno. Ogni giorno è dedicato alla presentazione di un piatto o di un ingrediente del nostro territorio, accompagnato da un articolo che ne racconta la storia e le origini scritto da un socio Ambasciatore e supportato da blogger sostenitori che si cimentano nella preparazione di ricette tradizionali  del nostro paese. L’ambasciatore di oggi per la Giornata Nazionale del “CIBO DELL’ EPIFANIA” è Erica Repaci.
A supporto di questa interessantissima iniziativa oggi ti lascio la ricetta di questo che è uno dei dolci che più rappresenta la festa dell’Epifania nel Veneto.
Questo è uno dei più antichi dolci della cucina tipica veneta, un dolce molto rustico di cui le varianti sono infinite. Le ricette originali di una volta non prevedevano l’uso del burro in questo dolce ma l’uso della margarina oppure dell’olio, non era previsto neanche l’uso delle uova e lo zucchero in quantità molto ristrette, insomma era un dolce di origine povera che oggi viene rielaborato con ingredienti un po’ più ricchi.  La tradizione veneta vuole che, in molti paesi della regione, la sera del 5 gennaio si bruci la sagoma della Befana con il tradizionale falò mangiando la “Pinza”, bevendo il vin brulè e cantando le famose filastrocche popolari di buon auspicio per l’anno nuovo. E poi, sempre secondo la tradizione popolare, il vento che trasporta le faville del falò sarà indice di come sarà il raccolto nel nuovo anno: se il fumo va verso sud-ovest annuncia piogge e quindi terreni umidi e raccolti abbondanti, se invece il vento le porta verso nord-est il tempo sarà asciutto e quindi i terreni aridi e i raccolti scarsi.
Cosa ti serve
per una teglia di cm. 32×26 circa (per ottenere un dolce di cm. 4 di altezza)
500 ml. di latte 
500 ml.di acqua 
250 gr. di farina per polenta bianca o gialla istantanea
1 pizzico di sale
100 gr. di burro 
15 gr. di semi di finocchio 
250 gr. di uvetta 
150 gr. di fichi secchi
50 gr. di pinoli 
250 gr. di zucchero 
1 bustina di lievito per dolci 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
30 ml. di grappa 
30 ml. di rum
300-330 gr. di farina 00 
buccia grattugiata di 1 arancia
buccia grattugiata di 1 limone
Come si fa
Lava bene l’uvetta sotto l’acqua corrente e mettila in ammollo nell’acqua tiepida.

Taglia i fichi secchi a pezzetti e tienili da parte.
In un pentola metti l’acqua con il latte e porta ad ebollizione, aggiungi il sale, la farina per polenta e fai cuocere brevemente, appena comincia ad addensarsi togli dal fuoco. Dovrai ottenere una polenta morbida, aggiungi il burro a pezzi che con il calore della polenta si scioglierà, i semi di finocchio, la buccia di limone e di arancia grattugiata. Mescola il tutto bene in modo da far amalgamare tutti gli ingredienti.
In un recipiente capiente oppure nel contenitore della planetaria trasferisci la polenta appena fatta, e facendo girare la frusta a k della planetaria fai raffreddare aggiungendo lo zucchero. Quando si sarà intiepidito l’impasto aggiungi il rum e la grappa, metà della farina sempre lavorando con la frusta della planetaria.
Aggiungi l’uvetta, i fichi tagliati a pezzetti e i pinoli. Unisci anche il resto della farina e il lievito sempre aiutandoti con la frusta della planetaria il tempo necessario per amalgamare tutti gli ingredienti.
Versa l’impasto ottenuto in una pirofila rivestita con carta forno oppure imburrata e infarinata e livella bene aiutandoti con le mani umide perché l’impasto sarà appiccicoso.
Metti in forno caldo a 170 gradi per circa 1 ora e 45 minuti. Trasferire la pinza su una grata e far raffreddare. Si mangia tiepida o fredda.
Nota: Dopo 1 ora abbondante di cottura, e che il dolce è dorato sopra, sarebbe preferibile capovolgerla in modo che la parte sotto girata verso l’alto possa cucinare meglio.

A presto Stefania

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