A supporto di questa interessantissima iniziativa oggi ti lascio la ricetta di questo che è uno dei dolci che più rappresenta la festa dell’Epifania nel Veneto.
Questo è uno dei più antichi dolci della cucina tipica veneta, un dolce molto rustico di cui le varianti sono infinite. Le ricette originali di una volta non prevedevano l’uso del burro in questo dolce ma l’uso della margarina oppure dell’olio, non era previsto neanche l’uso delle uova e lo zucchero in quantità molto ristrette, insomma era un dolce di origine povera che oggi viene rielaborato con ingredienti un po’ più ricchi. La tradizione veneta vuole che, in molti paesi della regione, la sera del 5 gennaio si bruci la sagoma della Befana con il tradizionale falò mangiando la “Pinza”, bevendo il vin brulè e cantando le famose filastrocche popolari di buon auspicio per l’anno nuovo. E poi, sempre secondo la tradizione popolare, il vento che trasporta le faville del falò sarà indice di come sarà il raccolto nel nuovo anno: se il fumo va verso sud-ovest annuncia piogge e quindi terreni umidi e raccolti abbondanti, se invece il vento le porta verso nord-est il tempo sarà asciutto e quindi i terreni aridi e i raccolti scarsi.
Taglia i fichi secchi a pezzetti e tienili da parte.
In un pentola metti l’acqua con il latte e porta ad ebollizione, aggiungi il sale, la farina per polenta e fai cuocere brevemente, appena comincia ad addensarsi togli dal fuoco. Dovrai ottenere una polenta morbida, aggiungi il burro a pezzi che con il calore della polenta si scioglierà, i semi di finocchio, la buccia di limone e di arancia grattugiata. Mescola il tutto bene in modo da far amalgamare tutti gli ingredienti.
In un recipiente capiente oppure nel contenitore della planetaria trasferisci la polenta appena fatta, e facendo girare la frusta a k della planetaria fai raffreddare aggiungendo lo zucchero. Quando si sarà intiepidito l’impasto aggiungi il rum e la grappa, metà della farina sempre lavorando con la frusta della planetaria.
Aggiungi l’uvetta, i fichi tagliati a pezzetti e i pinoli. Unisci anche il resto della farina e il lievito sempre aiutandoti con la frusta della planetaria il tempo necessario per amalgamare tutti gli ingredienti.
Versa l’impasto ottenuto in una pirofila rivestita con carta forno oppure imburrata e infarinata e livella bene aiutandoti con le mani umide perché l’impasto sarà appiccicoso.
Metti in forno caldo a 170 gradi per circa 1 ora e 45 minuti. Trasferire la pinza su una grata e far raffreddare. Si mangia tiepida o fredda.
Nota: Dopo 1 ora abbondante di cottura, e che il dolce è dorato sopra, sarebbe preferibile capovolgerla in modo che la parte sotto girata verso l’alto possa cucinare meglio.