Panino corri con me

(o di come non rinunciare al gusto nonostante la frenesia quotidiana)

La giornata non è delle migliori: pioviccica, il cielo di Pisa è coperto di nuvoloni grigi, tira vento, gli strascichi dell’influenza continuano a farmi colare il naso; oltretutto ho appena finito di litigare con il computer del dipartimento di Diritto pubblico e sono in ritardo (come sempre).

La combinazione tra il poco tempo a disposizione per cibarmi e la pretesa legittima di meritarmi un premio adeguato alla faticosa vittoria contro il malefico dispositivo informatico di cui sopra (tiè) mi spinge verso Piazza Cairoli, un posticino silenzioso, nonostante si trovi in centro, affacciato sul Lungarno Mediceo. Varco la soglia de “Il Crudo”, una panineria-vineria al numero 8, e già mi sembra di stare un po’ meglio: il posto è piccolo, ma molto accogliente, arredato quasi del tutto in legno, con prosciutti e salami appesi al soffitto; appena entrati si viene accolti da un banco-espositore trasparente con un’ampia scelta di salumi, formaggi, verdure sott’olio e salsine sfiziose.


Siccome mi considero una donna del sud e ho ancora un po’ di raffreddore, la mia scelta non può che ricadere su quell’antibiotico naturale che è il cibo piccante: allora andiamo di suprissata calabrese, provola affumicata, melanzane alla griglia e, siccome non vogliamo farci mancare proprio niente, salsa di peperoni, il tutto a farcire una mezza baguette bella fragrante; ad accompagnare una birretta da 33 cl (è pur sempre solo l’una e non posso concedermi al gozzoviglio molesto).

L’ensemble è ovviamente dominato dalla forte piccantezza della suprissata (che corrisponde, come del resto si può facilmente dedurre, alla nostra soppressata di maiale, cui viene aggiunto il peperoncino rosso piccante macinato e il finocchietto selvatico prima della stagionatura) che si sposa egregiamente con la salsa di peperoni; le melanzane e la provola, però, nonostante risultino sapori più “delicati”, danno un sostegno deciso a questa unta esplosione di meridione.

Ovviamente spazzolo il tutto con una certa soddisfazione e, dopo il ruttino d’ordinanza, finisco la birra: sono una persona nuova, rigenerata… e pronta a litigare con la vecchia fotocopiatrice della facoltà, stavolta.

Esco dal calduccio confortevole della botteghina tutta in legno per ributtarmi nel grigio tram tram di questo freddo giorno invernale, ma il peperoncino mi ha rinvigorita e io non posso fare a meno di canticchiare nella mia testa “ad esempio, a me piace rubare le pere mature sui rami, se ho fame…”.

Eleonora Anastasio

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