Pane con uvetta e cioccolato fondente: "Fai un piacere, aspettati un dispiacere"

Tanti tanti anni fa lavoravo a Milano, in un bellissimo palazzo del centro storico, tra Palestro e San Babila e il mio titolare era un signore di mezza età che ne aveva viste davvero molte nella vita.
Di poche parole, schivo e con un’antenna sempre ritta in testa, pronta a captare la minima sfumatura nell’aria, di tanto in tanto si soffermava davanti alla mia scrivania e mi lasciava le sue perle di saggezza. Per le sue abitudini, nonostante fossero appunto piccole e pungenti frasi in stile aforisma, era come se si trattasse di lunghe conversazioni e io sapevo che in quei momenti mi stava dedicando la sua attenzione.
Io sorridevo e non potevo fare a meno di dargli ragione. 
Saranno pur state piccole, fugaci perle di saggezza di quel tipo che, da qualsiasi parte le si voglia valutare, appaiono sempre vere, forse scontate, ma vere lo erano davvero e in qualche modo ti davano spunti di pensiero e riflessione.
Per le persone di poche parole, di soli fatti, che di furbi e ciarlatani ne han visti tanti e continuano ad incontrarne, ma che soprattutto si sono fatte dal nulla e quel nulla lo ricordano ancora bene, le piccole, fugaci perle di saggezza racchiudevano davvero il senso  della quotidianità.
La sera io tornavo a casa in metropolitana, ripetevo col sorriso a mia mamma le frasi del mio titolare e con mia mamma continuavo a sorridere, mentre lei annuiva e sottoscriveva appieno quelle sante verità. Beh, concludeva lei, sarà strano il tuo titolare, dirà poche parole, ma ha sempre ragione!
Come se non bastasse, non appena se ne presentava l’occasione, io e mia mamma ci alternavamo a recitare quelle frasi. C’era sempre una buona occasione che calzava perfettamente.
Il carrozzone della vita si è fermato oggi innanzi a me con una delle sue tante piccolezze e io, guardando mio marito con complicità, mi sono ricordata di quel “Fai un piacere, aspettati un dispiacere!“, poi mi sono voltata cercando quello sguardo, a volte quasi paterno, di una persona che ormai tanti anni fa voleva essere abbastanza incisiva nel pronunciare quelle parole, al fine di imprimerle bene nella mia giovane testa.

La ricetta che vi propongo oggi è quella di un pane con uvetta e cioccolato fondente. Oggi ho fatto una lievitazione con farina di grano tenero tipo 0 e una piccola quantità di miscela Bonsemi (grano tenero, semi di girasole, semi di sesamo, semi di lino, semi di miglio, soia, farina di segale).

Ingredienti
  • 380 g di farina di grano tenero tipo 0 W260 macinata a pietra
  • 20 g di miscela di grano tenero, semi di girasole, semi di sesamo, semi di lino, semi di miglio, soia, farina di segale
  • 7 g di sale
  • 50 g di lievito madre solido mantenuto in acqua a temperatura ambiente e rinfrescato giornalmente
  • 250 g di acqua
  • 150 g di uvetta
  • 150 g di gocce di cioccolato fondente
  • poco latte da pennellare sui pani prima della cottura
Temperatura finale: 25°C

Impastiamo a mano o con l’impastatrice lavorando farina di grano tenero, lievito e acqua. Aggiungiamo la miscela di farine e semi e infine il sale. Una volta assorbito il sale, aggiungiamo gradualmente  l’uvetta e il cioccolato, impastando per al massimo 1 minuto.
Lasciamo puntare l’impasto per 20 minuti e poi lo capovolgiamo e lo chiudiamo in un mastello per farlo lievitare alla temperatura ideale di 26/28°C.
A lievitazione completata, capovolgiamo l’impasto, procediamo con la pezzatura e formatura desiderata (io ho fatto dei Tortion, filoni allungati e attorcigliati). Pennelliamo la superficie dei pani con pochissimo latte e lasciamo riposare per 15 minuti sulla teglia, a temperatura ambiente.
Cottura: 200°C i primi 10 minuti e 180°C per circa altri 15 minuti. Il tempo di cottura dipende dal forno e dalla pezzatura del pane.

Con questa ricetta partecipo a Panissimo #48, 
la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra,
e Barbara, di Bread & Companatico, questo mese ospitata da me Sono io, Sandra”

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