caseificio Moro Formaggi di Oderzo ha recuperato le vecchie tecniche di stagionatura e affinamento dei formaggi usate dai contadini e dai pastori per conservarli, invecchiarli e insaporirli. Le croste vengono aromatizzate con vinacce, fieno, erbe e cenere. Tra questi c’è il Fior d’Arancio, un erborinato il cui nome deriva dal vino passito utilizzato per l’affinamento delle forme. Tra i salumi ci sarà il Bazzone della Media Valle del Serchio e della Garfagnana, un prosciutto di nicchia dalla forma allungata che ricorda un mento pronunciato, in dialetto autoctono bazzo. Sarà proposto dall’Antica Norcineria di Coreglia Antelminelli insieme al Biroldo, un salume fatto con testa, cuore, lingua, cotenne e polmone del maiale, lessati, tagliati a pezzetti, amalgamati con quadretti di lardo, sangue, sale, pepe, cannella, noce moscata, coriandolo e chiodi di garofano, insaccati nella vescica del suino, cuciti e poi messi di nuovo a bollire. Nelle colline del Comune di Sant’Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo, l’azienda Fracassa produce la Ventricina nello stomaco, realizzata con lardo e carne di suini locali, sale dolce di Cervia, erbe aromatiche. Con carne di suino nero lucano, nutrito con ghiande e allevato allo stato brado, l’azienda agricola biologica Agrimar di Genzano di Lucania, produce la
salsiccia di Cancellara, un prodotto norcino locale, ottenuto dalle parti più magre del maiale, impastate con sale, polvere di peperone, finocchietto selvatico, insaccate nel budello naturale dell’animale, trasformate nella tradizionale catena e fatte stagionare per almeno 30 giorni. Infine un omaggio alla biodiversità, con prodotti di nicchia provenienti dai contadini eroici del Rural di Rivalta di Lesignano de’ Bagni (PR) che coltivano e allevano varietà di piante e tipologie di animali ormai dimenticati (patata quarantina, prugna zucchella, pomodoro riccio di Parma, pecora Cornigliese e Massese, cavallo Bardigiano, asino Romagnolo, la vacca grigia Appeninica, Bardigiana) e il Consorzio della Melanzana rossa di Rotonda
e del Fagiolo bianco poverello, coltivate nel cuore del Parco nazionale del Pollino, a un’altitudine
13-14-15 OTTOBRE 2018
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