Questa settimana ho divorato un romanzo, una storia raccontata in modo semplice ma per me molto toccante.
Vi sto parlando del nuovo romanzo di Mauro Corona, nel muro. Nonostante seguissi questo personaggio da tempo, anche grazie al programma Carta Bianca in onda il martedì sera su rai3, non avevo mai letto nulla di suo. Una mia amica mi parlava sempre delle storie di questo scultore montanaro con molta enfasi e insieme, l’abbiamo visto per due volte al salone del libro di Torino. Corona nasce su montagne molto lontane da quelle cui sono abituata, lui vive a Erto in Friuli-Venezia Giulia ma questo romanzo che ha scritto potrebbe benissimo essere ambientata sui monti della Val Chisone dove sono nata io, o in quelli della Val Varaita dove vivo attualmente.
La storia narrata è onirica e spaventosa allo stesso tempo, questo uomo che racconta quello che gli accade sin dalla nascita ti attorciglia le budella ma poi la descrizione della natura, della montagna ti fa sentire odore di neve e abeti mentre leggi. La penna di Mauro Corona è semplice ma decisa, scrive come parla e ti arriva dritta come un treno. Le cose narrate dal protagonista sulla montagna, sulla sua infanzia e sulla sua vita tribolatami hanno particolarmente colpito, forse più della storia delle mummie, non perché io le abbia provate di persona ma perché mi hanno ricordato racconti antichi che ascoltavo di nascosto da bambina sulle borgate di montagna.
Ormai lo sapete, quando un romanzo mi colpisce così al cuore, è d’obbligo per me inserirlo nella mia rubrica, e proprio nelle prime pagine del romanzo una frase mi ha risvegliato ricordi…
Mia suocera mi racconta sempre quando da bambina insieme ai suoi fratelli avevano solo la polenta da mangiare e abbinarla al latte era una delizia assoluta.
INGREDIENTI per una persona:
Rompete la polenta avanzata con una forchetta e trasferitela in una ciotola profonda. Scaldate il latte senza farlo bollire e versatelo sopra alla polenta.
Gustatevi subito questo piatto della tradizione nordica italiana, ad ogni cucchiaiata sentirete il sapore dei tempi andati, scoprendo quanta bontà c’è nella semplicità.
Se invece la polenta la fate al momento non riscaldate il latte ma versatelo freddo sulla polenta calda.
Il latte di capra dona più gusto mentre quello vaccino più dolcezza, vi assicuro che sono ottimi entrambi.
SINOSSI E LINK D’ACQUISTO:
Nel fitto di un bosco di uno dei monti dell’Italia settentrionale un uomo ritrova una baita appartenuta ai suoi antenati. Decide di ristrutturarla, per andarci a vivere e sfuggire così alla crudeltà del mondo che lo circonda. Ma, mentre lavora, un colpo di piccone bene assestato cambia per sempre la sua vita. Dietro la calce, in un’intercapedine del muro, trova i corpi mummificati di tre donne. E si accorge che sulla loro carne sono stati incisi dei segni, quasi lettere dell’alfabeto di una lingua misteriosa e sconosciuta. Qual è la storia delle tre donne? Chi le ha nascoste lì? Qual è il terribile messaggio che quelle lettere vogliono comunicare? Ed è possibile che la cerva dagli occhi buoni che sbuca ogni sera dal bosco voglia davvero proteggere l’uomo e rivelargli qualcosa? Mentre le tre mummie cominciano a infestare i suoi pensieri e i suoi sogni, trasformandoli in incubi e allucinazioni, l’uomo si mette alla ricerca della verità, una ricerca che può portarlo alla perdizione definitiva o alla salvezza. O forse a entrambe. Mauro Corona, dopo anni in cui si era dedicato a forme più brevi, torna al romanzo vero e proprio. E lo fa con un libro che racconta la maestosità della natura e la cattiveria degli uomini, denso di immagini – per esempio quella del pivason, l’uccello-vampiro, e del suo spaventoso verso, presagio di morte – e di momenti di lirismo, come la scena in cui il protagonista scende in una foiba e dentro una pozza d’acqua scopre un piccolo essere di cui si sente improvvisamente e inaspettatamente fratello. Con “Nel muro”, Corona torna a raccontare i boschi, gli animali e gli uomini della sua terra.
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