Quasi sicuramente non avrete mai sentito parlare di Evanger ed è molto poco probabile che questo lembo di terra sperduta e dimenticata possa avere il piacere di fare la vostra conoscenza in futuro, ma se per caso vi trovaste nell’Hordaland norvegese non tornate alle vostre residenze abituali senza una breve sosta al Landhandleri di Evanger.
Questo piccolo villaggio, che si atteggia a città su google maps pur sapendo di non possederne il rango, si trova ad oltre 80 km da Bergen, che in Norvegia possono essere tantissimi da percorre quando la strada è per buon parte una single track road, conpassing places in nude gallerie senza illuminazione. Ottanta chilometri di cartoline mozzafiato, tra abeti, betulle, fiordi e cascate a perdita d’occhio, senza la compagnia di pecore, stambecchi o renne. Non male per chi abitualmente mira solo una cascata d’acqua dolce su mentose setole igienizzanti, e l’arbre magic di ordinanza, ma tanta bellezza satura presto il viaggiatore peregrino.
Il landhandleri, termine sconosciuto ai moderni interpreti linguistici, ma che potremmo tentare di tradurre con “negozio di paese”, è che è molto simile a quello che fino agli anni ‘80 in Italia avremmo chiamato “emporio” non deluderà il medesimo peregrino, che anzi, abbandonata la breve sosta, rimpiangerà di non aver colmato la bisaccia di pani e companatici.
La prima impressione, non vi turberà e non vi tramuterà in famelici avventori, dacché vi sembrerà di trovarvi in una rivista cucina Laxarby (pag. 47 del catalogo dedicato). Poi uno sguardo più attento noterà una serie di oggetti di modernariato, vetusti registratori di cassa, una variegata collezione di birre, vini, te e marmellate, alcune pregevoli, altre meno, pochi eleganti oggettini per la polverosa vetrinetta di casa, piccola mobilia, sali aromatizzati, patatine dai gusti improbabili, salami artigianali con carne di renna, e via discorrendo.
Al landhandleri di Evanger lavorava una ragazza italiana, Valentina, manco a dirlo, giovane in fuga dalla avara terra natia. Lei però non abita ad Evanger, ma ad Evanger Station. Il villaggio conta una manciata di case, la succursale molte meno. Non ci sono svaghi, né teatri, né cinema, solo il negozio medesimo, ma la giovane ci ha detto che la sua è una vita piacevole. Un posto tranquillo dove abitare senza macchina a ore distanza dalla vera città più vicina. Consiglio di seguirla solo a chi ha una ferrea sopportazione di se stesso senza altre divagazioni.