Le streghe farcite

L’Italia nel piatto si veste di Giallo in onore dei preziosi prodotti, miele, pappa reale, polline, che ci regalano le api. Infatti il 20 maggio sarà la giornata mondiale delle api e vorremmo richiamare l’attenzione su questi insetti e sull’importanza della loro salvaguardia a livello mondiale. 

Svolgono  un ruolo strategico per la conservazione della flora attraverso l’impollinazione, contribuendo al miglioramento ed al mantenimento delle biodiversità. Una diminuzione delle api può quindi rappresentare una importante minaccia per gli ecosistemi naturali. Ho sempre avuto qualche arnia quando ero piccola perchè mio padre ci teneva tantissimo, attorno alle arnie aveva creato un piccolo frutteto con ogni tipologia e varietà di frutta per rendere confortevole il luogo. Poi purtroppo l’epidemia di Varroa destructor (un caro parassita delle api) le fece morire insediandosi nell’apiario verso la fine degli anni 80. Avere api e produrre miele è una attività molto piacevole e interessante, un mondo affascinante grazie a questi insetti davvero speciali!

In Italia ci sono tantissimi piccoli apicoltori, che producono soprattutto per autoconsumo, mentre aziende produttrici ce ne sono davvero poche e avrebbe senso incentivarle, visto che i mieli che arrivano dall’estero non sempre sono di qualità. Un altro problematica è la mancanza di DOP, in Italia ce ne sono solo 3:
- Miele della Lunigiana Dop viene prodotto in due tipologie: acacia e castagno 
- Miele delle Dolomiti Bellunesi Dop è prodotto nell’intero territorio della provincia di Belluno, e si distinguono le tipologie di miele millefiori, acacia, tiglio, castagno, rododendro e tarassaco 
-Miele Varesino Dop è un miele monoflorale di acacia. La zona geografica di produzione è in provincia di Varese e le arnie devono essere situati nel territorio di pianura ed in collina, ad altezza non superiore ai 600 m.

Avremmo bisogno di assegnare delle Dop a questo prodotto, così da garantirne la qualità, in fondo attraverso un esame specifico (melissopalinologia, analisi del polline residuo presente) si riesce a riconoscere la specie botanica da cui deriva e anche dare un’idea quasi precisa della zona di produzione.

Ma ora parliamo della ricetta, che fa da “supporto” a queste farciture DOP per l’Emilia Romagna, le mitiche “Streghe”, una ricetta antica della città di Bologna, che era venduta nel forno delle Sorelle Simili, loro misero a punto la ricetta e la pubblicarono nel loro libro Pane e Roba dolce. E’ qui che si dice che nelle campagne del bolognese quando si voleva valutare la temperatura del forno prima in inserire il pane si metteva questa striscia sottile di impasto unta e salata, che poi veniva sgranocchiata durante il lavoro e siccome spesso si bruciacchiava (streia in dialetto) da lì il nome strega.

Dopo il successo che ebbero le sorelle Simili, molti forni a Bologna iniziarono a produrle e devo ammettere che sono molto piacevoli da accompagnare formaggi e salumi, in questo caso le ho preparate di una forma ben definita e farcite con le nostre bontà e un velo di miele, assemblando dei piccoli finger food ideale per  un aperitivo davvero goloso!

Ingredienti

500g di farina 00

250g di acqua

25g di lievito di birra

50g di strutto

12 g di sale

olio evo per pennellare la pasta 

sale fino da cospargere

Farciture:

Pecorino di fossa e noci

Squacquerone e pere

Prosciutto crudo e Parmigiano reggiano

Miele

Versare la farina sul tagliere e, al centro preparare la fontana, aggiungere il lievito, sciolto in poca acqua tiepida, lo strutto, sempre disciolto in poca acqua tiepida (io, ho fatto mezza dose)

Cominciare ad impastare e dopo 5 minuti, aggiungere il sale.

Lavorare ancora energicamente per altri 5 minuti, formare una palla, incidere l’impasto a croce, coprire e lasciare lievitare coperto per 45 minuti.

Con il matterello, o la macchina, stendere dei pezzi di impasto, conservando il resto in frigorifero e avvolto nella pellicola.

Ripiegare ogni pezzo su se stesso e stendere ancora fino a quando l’impasto sarà molto sottile.

Tagliare con la rotella dei rombi o quadrati di 3-4 cm. Posizionarle sulla leccarda del forno leggermente unta, ungere anche la pasta con un pennello e olio evo, spolverizzare con poco sale (più saranno sottili e più saranno croccanti!). Per ottenerli tutti uguali ho usato un coppa-pasta, ma dopo aver posizionato la striscia di impasto sulla leccarda, tagliato e poi tolto i rimasugli (che verranno rimpastati) in quanto se si deve spostare spesso non tengono la forma precisa.

Cuocere in forno già caldo (200 gradi, non ventilato) per circa 10 minuti.

Quando risultano ben fredde procedere a farcirle come indicato nella lista degli ingredienti:

-Formaggio di fossa di Sogliano DOP con noci e miele

-Prosciutto crudo di Parma DOP con Parmigiano Reggiano DOP e miele

-Squacquerone di Romagna DOP con pere e miele

Ed ora buon aperitivo con buone bollicine, vi consiglio uno spumante Ortrugo Extra Dry del Colli Piacentini DOC.

Ecco le altre giallissime proposte!

Liguria: Pancakes con prescinseua, mirtilli, noci e miele millefiori delle 5 terre

Lombardia: Cupeta della Valtellina 

Trentino-Alto Adige: Mela cruda marinata, formaggio fresco e noci caramellate

Friuli-Venezia Giulia:  Bavarese di Montasio e miele 

Veneto:  Pollo Latte e Miele: tecnica padovana di allevamento per valorizzare il pollo ruspante 

Emilia-Romagna: Le streghe farcite 

Toscana. Crema fiorentina al miele di castagno con crumble al polline e ‘favo’ alla pappa reale 

Marche: Crescia con mele e miele

Umbria: Arvoltolo al pecorino e miele

Lazio: Crostatine con ricotta, miele e kiwi

 Abruzzo: Biscottoni abruzzesi con miele

Molise: Cicerchiata molisana

Campania: Portafoglio di lombata di maiale con asparagi e uova e riduzione al vino Aglianico e miele 

Puglia: Insalata di arance, mozzarella, capocollo di Martina con salsa al miele 

Basilicata: Biscotti al miele 

Sicilia: Spaghetti con il Miele 

Sardegna: Savoiardone di Fonni con mousse alla pardula, miele di Lavanda selvatica, cialdine di Carasau glassate al miele e granella di nocciole

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