Lavoratti 1938 non è solo un’azienda che produce cioccolato, ma è come una bella e dolce favola di quelle con il lieto fine. Dietro a questo brand, c’è una storia di emozioni e che emoziona. Tutto nasce due anni fa in piena pandemia. Fabio Fazio viene a sapere dall’amico d’infanzia Davide Petrini che l’azienda chiuderà proprio a causa dell’emergenza Covid.
“Mi ha preso un proprio e vero sconforto, e mi sono detto che bisognava provarci, che non potevamo perdere un pezzo così importante della piccola storia delle nostre vite e del nostro territorio” spiega Fazio “D’impulso e consapevoli di quel che avrebbe significato, con Davide abbiamo rilevato marchio e azienda.”
La ditta Lavoratti nasce nel 1938, a Varazze, sulla riviera ligure di Ponente. Inizia la sua attività sulle spiagge trasportando in una cassetta di legno bomboloni e bevande da vendere ai bagnanti. Qualche anno dopo, Aliberto Lavoratti apre una bottega nel centro storico del paese e lì comincia l’avventura del cioccolato.
“A Varazze vivevano i miei nonni che ad ogni Pasqua mi regalavano l’uovo Lavoratti. I giorni immediatamente precedenti erano fatti di un’attesa magnifica: irripetibile. Ho ancora addosso il profumo di quel cioccolato così desiderato che invadeva la stanza e che doveva essere consumato con parsimonia per farlo durare il più a lungo possibile.” prosegue Fazio “Sono felice di aver contribuito insieme agli altri soci affinché questa azienda possa proseguire il suo cammino superando le difficoltà di questi anni così difficili”.
E così i due amici intraprendono questa nuova avventura, ma soprattutto sfida perché loro arrivano da due mondi completamente differenti. L’obiettivo principale è di cercare di produrre il miglior cioccolato possibile. Tutto ciò avviene attraverso una valida squadra, con il rinnovo degli impianti e una super accurata selezione delle materie prime, per ciascuna delle quali è rintracciabile l’indicazione del luogo d’origine. Elemento imprenscindibile nella carta costituzionale di Lavoratti 1938 insieme alla sostenibilità e responsabilità sociale. Per esempio le fave di cacao, raccolte, fermentate ed essiccate, provengono dall’Hacienda San Josè nata a Los Ríos (Ecuador) negli anni ’30, la cui storia si distingue non solo per la qualità del prodotto riconosciuta e pluripremiata ma in grado di fare la differenza anche sul piano dell’attenzione all’ambiente.
Chiariti gli obiettivi e poste le basi per la produzione, alla Lavoratti mancava però una figura essenziale in grado di concretizzare l’ambizione di dare forma a un cioccolato autenticamente Mediterraneo. La persona giusta viene individuata nel grande pasticcere di Noto Corrado Assenza, che fra le sue doti ha quella di tradurre in pasticceria l’osservazione della natura e di selezionare le materie a partire dall’identità di chi le produce: “Da persone buone arriveranno prodotti buoni” è il suo memento. Per Lavoratti Corrado Assenza sceglie i fornitori, le piantagioni e le coltivazioni che meglio rispondono ai criteri necessari per la perfetta maturazione dei frutti; seleziona i pistacchi, gli agrumi e persino la salina da cui attingere il sale per tavolette e praline.
Photo Credit @MassimoListri
Il packaging mantiene il legame con il passato, cancellando però le tracce del tempo e con un design capace di sostenere il trascorrere del futuro. L’intera produzione Lavoratti è concepita come una collana editoriale, in cui ogni prodotto deve essere il volume di un racconto, in cui il cioccolato è il vettore di una storia e con una palette di colori dai toni pastello. Cioccolato declinato in praline, tavolette, “matite”, scorzette e tartufotti, realizzati con ingredienti ricercati e di primissima qualità: dalla Nocciola Tonda di Giffoni al Pistacchio di Bronte Dop, dal Limone delle Cinque Terre al Mandarino Tardivo di Ciaculli, dal Sale Marino di Trapani Igp al Bergamotto di Calabria, dalla Pesca di Volpedo all’Olio d’Oliva Taggiasca e al Parmigiano Reggiano Bertarelli con quattro differenti stagionature, da 13 a 36 mesi. A cui si aggiungeranno nel tempo altri titoli come in una vera e propria collana editoriale. Anche il logo ha subito un restyling, mantenendo però la liaison con il passato, con un font allegro e piacevole che cattura subito l’attenzione.
Ma non è finita qui, c’è anche un simpatico vezzo: le tavolette e le praline seguono la regola della sezione aurea: 1,618 è il rapporto fra i lati, cifra simbolica della perfezione, proporzione divina dedicata al cioccolato considerato dai popoli del centro-America cibo e nutrimento degli dei. Secondo questa progressione la Natura ha concepito il Nautilus che è diventato il simbolo di Lavoratti 1938. Inoltre non viene utilizzato nessun colorante, ogni praline è contrassegnata da un numero e attraverso una legenda si riconosce il gusto.
A neanche 10 giorni dal lancio ufficiale, avvenuto a Portofino nel ristorante di Carlo Cracco, ho avuto la fortuna di assaggiarlo in anteprima ad Alassio al Grand Hotel Alassio Beach & Spa Resort, dove ha condotto la degustazione il CEO Davide Petrini. E poi sono stata anche a visitare l’azienda a Varazze. Il miei gusti preferiti: le praline alla Nocciola, all’Olio d’Oliva, al Bergamotto e al Parmigiano Reggiano (perfetta anche come aperitivo). E i tartufotti gusto fichi e cannella, e cacao e nocciola. I cioccolati di Lavoratti 1938 creano dipendenza e poi il cioccolato è buonumore e come come afferma Fabio Fazio: “Il cioccolato è perfetto. Investe tutti e cinque i sensi per crearne un sesto: la memoria.”
Tutti i prodotti si possono acquistare nello spaccio aziendale, nei negozi selezionati e anche online: www.lavoratti.it
L’articolo Lavoratti 1938, una storia tutta cioccolatosa proviene da Isabella Radaelli.