LASCIATEMI COSI’… (ALMENO PER OGGI).


{Sono passati tre mesi dal mio ultimo post, e di cose ne sono successe! Non ho cucinato, tanto per cominciare…ma ho mangiato; eccome!!! Il gelato è stato la mia sopravvivenza, tanto che ho deciso di renderlo protagonista in queste nuove foto, di questo mio nuovo racconto. Per sapere il resto vi invito a leggere il  post! }

Non sto cucinando. Ma ho una voglia impellente di scrivere, di descrivere il mondo fuori, ma soprattutto questi pensieri confusi che si annodano tra i miei capelli.
Sto scrivendo perché altro non so  fare ( e forse lo farò pure male, di getto, senza tener conto troppo alla grammatica.).
Sto scrivendo perché sento di avere bisogno di una fuga: dal mondo, dalla quotidianità, ma ancora di più da me stessa. Quella me stessa che sembra non avere più sogni da voler realizzare. Quella me stessa che credeva profondamente nelle stelle e nei desideri espressi di notte. Da quella persona che credeva alla costanza, credeva alla libertà, al motto “volere è potere”, o semplicemente credeva di più in se stessa.

Bene. Profondo respiro. Dov’ è quella ragazza? Dove sei Federica?

Alle volte mi ricerco tra di me, tra le costole, il sangue che scorre, il cuore che pompa. Alle volte ,mi cerco tra le lacrime, tra le letture dei vecchi post, quando ancora riuscivo credere in qualcosa, tra le vecchie maglie, tra le righe sottolineate di vecchie citazioni.
Credere in se stessi. Nessuno è perfetto. Nessuno potrà mai esserlo. E credo mai nessuno, in verità, vorrà mai essere perfetto.
Senza alcun filo logico ho capito di essermi persa. Di essermi trasformata secondo il mondo, secondo gli altri. Questo l’ho capito quando ho visto morire in me quella luce che brillava da una vita.  Quella luce che illuminava le mie giornate, i miei sogni e desideri, quella luce che mi faceva sentire viva. La cucina. 

Fino ad ora ho basato tutta la mia vita su quattro mura, al tempo di musica e chili di zucchero. A tempo di sbattitore elettrico e fianchi mossi a strani ritmi dettati dal caso e dalle risate che solleticano il cuore. Ho capito che questa meravigliosa luce si era  assopita quando non provavo più piacere ad entrare in un libreria e sfogliare i meravigliosi cataloghi di cucina, dolci etc… Ho capito che non c’era più nulla da fare quando ho smesso di tirare fuori la reflex per poter raccontare me stessa attraverso un piatto. Mi sono arresa quando la sera non mi ritrovavo più ad addormentarmi con parole di chissà quale blogger, professionale o meno.
Sono passati tre mesi.

Cavolo tre fottuti mesi. (perdonatemi il francesismo) .
tre mesi che incorono i sogni degli altri, tre mesi che ascolto gli altri pur di annientare me stessa. E la cosa strana è che ne sono completamente consapevole. E la cosa che mi fa ancora più rabbia; è che non voglio che questo succeda, ma lascio comunque le giornate scorrere in maniera pigra e distorta. Mi sono arresa.
O forse non del tutto. Ma mi sto arrendendo.

E così mentre mi arrabbio, mi metto le mani tra i capelli, scrivo, seguo discorsi privi di significato, mi è tornato alla mente un verso di una poesia di G. Ungaretti:

“Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
 Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata”

Ecco forse è meglio così per ora,. Lasciarmi cosi. Ancora per un po’. Almeno per oggi . ..




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