Tutto ebbe inizio nel 1957, grazie a Donald Featherstone, il vero inventore del Pink Flamingo di plastica, che gli valse persino il premio Nobel per l’Arte nel 1996.
Poi ci fu anche il celebre Andy Warhol che successivamente fece diventare questo pennuto parte della pop art, tanto che nel 1987 l’uccello di plastica fu proclamato un contributo essenziale dell’arte popolare americana.
Cenno storico a parte, attualmente so che molti li definiscono kitsch e poco eleganti, sia in ambito di interior design che di moda e abbigliamento.
Ma a me loro stanno anche simpatici, con quel becco nero ricurvo, quel plumage rosa così allegro e frizzante, quegli occhioni grandi e vivaci e quelle gambe lunghissime che manco quelle della Naomi. E li trovo pure stilosi se devo dirla tutta.
Per cui per me questo momento di gloria in perfetta tendenza jungle che da qualche stagione rallegra i nostri guardaroba e le nostre case, se lo meritano pure.
E mi scuso con la Ferragni, ma qui devo intervenire e palesare che la flamingo-mania non è scoppiata per suo lungimirante merito o grazie ai suoi recenti post su Instagram come alcuni hanno scritto di recente, bensì il merito, se proprio dobbiamo darlo a qualcuno in ambito di fashion, lo darei a chi ha deciso di riproporre il pattern qualche tempo prima.
Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare, e cioè allo statunitense Marc Jacobs che già nella sua collezione PE 2015 avevano deciso di adottarli per le sue creazioni mettendoli su felpe, camicie, zaini, t shirt etc..
Poi ci fu anche il celebre Andy Warhol che successivamente fece diventare questo pennuto parte della pop art, tanto che nel 1987 l’uccello di plastica fu proclamato un contributo essenziale dell’arte popolare americana.
Cenno storico a parte, attualmente so che molti li definiscono kitsch e poco eleganti, sia in ambito di interior design che di moda e abbigliamento.
Ma a me loro stanno anche simpatici, con quel becco nero ricurvo, quel plumage rosa così allegro e frizzante, quegli occhioni grandi e vivaci e quelle gambe lunghissime che manco quelle della Naomi. E li trovo pure stilosi se devo dirla tutta.
Per cui per me questo momento di gloria in perfetta tendenza jungle che da qualche stagione rallegra i nostri guardaroba e le nostre case, se lo meritano pure.
E mi scuso con la Ferragni, ma qui devo intervenire e palesare che la flamingo-mania non è scoppiata per suo lungimirante merito o grazie ai suoi recenti post su Instagram come alcuni hanno scritto di recente, bensì il merito, se proprio dobbiamo darlo a qualcuno in ambito di fashion, lo darei a chi ha deciso di riproporre il pattern qualche tempo prima.
Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare, e cioè allo statunitense Marc Jacobs che già nella sua collezione PE 2015 avevano deciso di adottarli per le sue creazioni mettendoli su felpe, camicie, zaini, t shirt etc..
Poi, che tutti siamo pazzi per la flamingo-mania, anche quello è un altro paio di maniche.
Vestirmi di fenicotteri rosa dalla testa ai piedi non è che proprio rispecchi la mia aspirazione in fatto di abbiglio estivo, ma devo ammettere che stanno gremendo per bene tutto l’emisfero [almeno sappiamo perché c’hanno quella silhouette da invidia] per cui chiamarla flamingo-mania non è un’esagerazione.
Il tormentone resiste e persiste anche per questo 2017, portando la nostra testolina in luoghi lontani e paradisiaci anche se siamo davanti al nostro pc di casa (ndr almeno io lo sono).
Vestirmi di fenicotteri rosa dalla testa ai piedi non è che proprio rispecchi la mia aspirazione in fatto di abbiglio estivo, ma devo ammettere che stanno gremendo per bene tutto l’emisfero [almeno sappiamo perché c’hanno quella silhouette da invidia] per cui chiamarla flamingo-mania non è un’esagerazione.
Il tormentone resiste e persiste anche per questo 2017, portando la nostra testolina in luoghi lontani e paradisiaci anche se siamo davanti al nostro pc di casa (ndr almeno io lo sono).
I fenicotteri rosa, con il loro fare così blando e il loro planare elegante e spensierato, hanno contaminato anche accessori per la casa, cover per telefoni, gonfiabili da piscina, mug per la colazione, bigiotteria, cuscini, plaid e altri tessuti casalinghi, zerbini, complementi da giardino, tende da doccia, block notes, carte da parati, costumi, ciabatte a anche il mondo beauty, rendendo tutto così vintage e in perfetto stile pop art.
Se anche voi volete farvi rapire dal #flamingomood, in giro ci sono un sacco di proposte stravaganti, dalle più care alle più richieste low cost. Poi se c’avete la brama di vederli di persona questi volatili pink, prenotatevi una vacanza sulla Flamingo Beach ai Caraibi.
Sono davvero ovunque e l’effetto rosa shocking è assicurato!
Sono davvero ovunque e l’effetto rosa shocking è assicurato!
Francesca Maria