La zuccata è un dolce tipico di Nocera Umbra, la mia città natale, che viene preparato in occasione della festa di Ognissanti, insieme alla ben più nota Rocciata, di cui ne costituisce senza dubbio la versione “alleggerita”.
Con l’avvicinarsi delle festività, nonostante sia sempre alla ricerca di piatti nuovi o rivisitazioni, non posso far a meno di quelli che costituiscono i capisaldi della nostra cultura gastronomica.
Ci parlano di noi, del nostro passato, degli usi e costumi del nostro paese, ci riportano indietro nel tempo rievocando, anche con il sol profumo, emozioni perdute e ricordi annebbiati….un pò come accadeva a Marcel Proust con les petites madeleines.
La zuccata per me è uno di quei piatti.
Il profumo lieve di cannella, mescolato a quello delle mele mi riporta indietro di tanti anni, quando ogni festa di calendario era l’occasione per rivedere parenti lontani e festeggiare con lunghe tavolate tra chiasso e risate.
Mi riporta bambina quando, già curiosa, assistevo mia nonna o mia mamma nella preparazione dei dolci, soprattutto in questo periodo o in quello natalizio.
Quindi, come sempre, quando parlo di ricette della tradizione regionale o, meglio ancora, paesana mi piace farlo insieme a coloro che, queste ricette, me le hanno fatte conoscere ed amare.
Pertanto, anche questa ricetta è a 6 mani e 3 generazioni!!!!
Ma…come ogni ricetta della nonna che si rispetti, le dosi precise neanche a parlarne!!!!
Ci ho provato, lo giuro! Ma è stato inutile!!!
“Nonna, per questo impasto quanta farina hai utilizzato?” oppure ” quanta zucca hai cotto? E l’uvetta? E le mele?” –
” Mah…dipende, da questo…da quello, la devi assaggiare, ti devi regolare tu!”
Pertanto, le dosi degli ingredienti – soprattutto quelle per il ripieno- sono molto approssimative, effettivamente dipende molto dal quantitativo di zucca e dai vostri gusti.
Quindi…assaggiate e lasciatevi guidare dal sentimento!!
500gr
farinatipo 1 oppure 0
2
Uova
1cucchiaio
zucchero di canna
4cucchiai
Olio extra vergine di oliva
1pizzico
Sale
q.b.
acqua tiepida
1,5 – 2kg
Zuccapeso da cotta
1kg
MELE
600gr
uvetta sultanina
150gr
zucchero
1
limonescorza grattugiata
4-5cucchiai
Mistrà
q.b.
CANNELLA
2cucchiai
Olio extra vergine di oliva
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Cuocere la zucca in forno e ricavare la polpa. Farla raffreddare.
Mettere l’uvetta in acqua tiepida per farla reidratare.
Sbucciare le mele, tagliarle a cubetti ed irrorarle con un pò di succo di limone.
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Preparare l’impasto.
Può essere fatto nell’impastatrice o a mano, facendo una fontana con la farina ed al centro mettere l’olio, il sale, le uova e lavorare fino ad amalgamare il tutto. Se necessario (dipende dal tipo di farina utilizzata) aggiungere qualche cucchiaio di acqua tiepida.
Continuare ad impastare fino a che l’impasto risulti liscio e sodo.
Battere l’impasto sulla tavola, formare una palla e far riposare l’impasto coperto con un canovaccio, almeno per 30 min.
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In una capiente ciotola, versare la polpa della zucca, le mele, l’uvetta ben strizzata, lo zucchero, l’olio, la buccia del limone grattugiata e la cannella.
Amalgamare il tutto ed assaggiare. Correggere secondo il gusto personale ( più o meno zucchero, più o meno cannella). -
Riprendere la pasta, dividerla a metà e stenderla con il mattarello molto sottilmente.
Dividerlo in tre-quattro sezioni e procedere al riempimento. -
Arrotolare delicatamente, perché l’impasto è molto sottile ed il ripieno irregolare rischia di romperlo.
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Adagiare i filoncini su una placca da forno, spennellare con burro fuso e spolverizzare con zucchero e cannella.
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Forno elettrico: 160° per i primi 20 min., poi a 180° per far dorare, circa 10 min.
Forno a legna: 300°-320° per i primi 20 minuti, poi far salire la temperatura fino a 400° per altri 15-20 minuti, fino a doratura.
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Far raffreddare e gustare!!!!!
PS: le bellissime mani operanti sono di mia madre, che si è gentilmente concessa ad essere fotografata, quelle della nonna erano impegnate a tirare la sfoglia sottilissima e le mie….bhè erano quelle che hanno immortalato questi magnifici momenti!!!!!
L’articolo I piatti della memoria: la zuccata proviene da il Pappamondo.