Gnocchi ripieni finger food con mortadella di Bologna IGP

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Lo sai che la frittura e i fritti non fanno male, anzi stimolano il fegato e lo aiutano a lavorare più velocemente, accelerando quindi il metabolismo, a patto che sia preparata rispettando alcune regole e che sia ben bilanciata ed associata all’interno del pasto con altri alimenti scelti appositamente. Quindi, il fritto non deve essere demonizzato. Inserire in modo frequente, anche una volta la settimana una bella frittura e anche dei soffritti ha molti vantaggi sullo stimolo metabolico e quindi sul dimagrimento.  Non bisogna sempre preoccuparsi solo delle calorie dei cibi, ma soprattutto della risposta ormonale che un alimento produce all’interno dell’organismo. Ad esempio, durante la frittura delle patate si formano amidi resistenti non assorbibili, come pure mantecando la pasta in padella si producono amidi solo parzialmente digeribili dagli enzimi digestivi. La cottura in olio bollente è adatta a qualsiasi alimento e migliora le qualità organolettiche di ortaggi e cereali, come pure dei cibi proteici. In generale, il fritto è più digeribile rispetto ad altri tipi di cottura in quanto l’alimento di disidrata e quindi è facilmente aggredibile dai succhi digestivi. L’alimento fritto, nelle sue proprietà nutrizionali sarà molto più vicino ad un alimento crudo. Infatti nel corso della frittura, se la temperatura dell’olio è mantenuta costante e sostenuta, si evita che l’alimento si impregni d’olio per la formazione immediata di una barriera lipidica, che da una parte ostacola la penetrazione del grasso e dall’altra preserva i nutrienti. Durante la frittura è importante non superare i 180º gradi di temperatura e se l’olio fuma ed emette un odore acre, bisogna gettarlo e soprattutto non riutilizzare l’olio più volte. È bene inoltre ridurre i tempi di cottura per evitare che gli alimenti si colorino troppo, è nelle parti bruciacchiate o scure che si trova l’acrilamide, una sostanza cancerogena. Superare il cosiddetto punto di fumo, porta alla formazione di acroleina, una sostanza tossica che si forma per decomposizione del glicerolo. Per controllare la temperatura, ideale sarebbe usare una friggitrice o avere un termometro e monitorare la temperatura dell’olio. Ma vediamo come stuzzicare l’appetito proprio con un insolito fritto.
Ingredienti
700 g di patate a pasta farinosa
150 g mortadella di Bologna IGP
200 g di farina 
20 g burro
olio extravergine d’oliva italiano
sale, pepe 
125 g jogurt naturale
timo fresco
1 uovo medio
Semi di girasole o sesamo
olio di semi di girasole per friggere
Procedimento
Lessare le patate con la buccia in acqua poco salata unendo le foglie di alloro.
Sbucciare le patate, passarle allo schiacciapatate, lasciarle intiepidire ed unire la farina e un pizzico di sale, lavorare il tutto velocemente.
Con un matterello stendere l’impasto in una sfoglia di 4-5 mm di spessore, disporvi il ripieno di mortadella, precedentemente tritata grossolanamente, e richiudere l’impasto di patate dividere a tranci e, con le mani, ottenere gli gnocchi dando un forma tondeggiante della dimensione di una grossa noce.
Sbattere l’uovo ed intingervi gli gnocchi ed in seguito ricoprire con semi di girasole o sesamo.
Friggere in olio di semi di girasole a 160ºC gradi pochi pezzi alla volta per non abbassare la temperatura dell’olio.
Servire tiepidi accompagnati a piacere con salsa allo jogurt, preparata miscelando jogurt olio extravergine, sale, pepe e foglioline di timo fresco.
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Questa ricetta è stata eseguita da me durante un cooking show a Palazzo Re Enzo a Bologna in occasione della manifestazione CIBÒSOGOOD in collaborazione con il CONSORZIO MORTADELLA IGP ed è presente sul sito.

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