#GiornataDellaMemoria: “Meditate che questo è stato…”

Quello che state per leggere potrebbe “fare male”,ma pensate che ciò che proverete leggendo queste testimonianze non è neanche lontanamente paragonabile al dolore di chi queste atrocità le ha vissute sulla pelle (soccombendo in alcuni casi) e ne porta ancora nell’anima le cicatrici indelebili.
Tutto questo andava scritto perché DEVE essere letto.
Simili crimini contro l’umanità non DEVONO RIPETERSI MAI PIU’!

“Sono passati per il camino”…

“Ci dissero che la mattina successiva avremmo dovuto prepararci, che saremmo stati trasferiti
verso Est per lavorare, non ci fornirono alcun dettaglio e tutti pensammo che il lavoro
sarebbe stato duro ma che lo avremmo affrontato,
in realtà non avevamo idea di cosa sarebbe accaduto.”

Enrst Lobethal

“Una volta salita su quel vagone avevo capito che le speranze erano finite…
A farmi male, è stata l’indifferenza di chi non si è chiesto che fine avessi fatto io,
scomparsa da scuola da un giorno all’altro”

Liliana Segre (sopravvissuta ad Auschwitz)

“Finita la guerra non ne ho parlato con nessuno.
Non ne ho parlato con nessuno per più di 60 anni, ma di notte,non appena mi addormentavo, mi ritrovavo dentro quell’orrore e rivedevo quel cancello che io volontariamente decisi di varcare,
il cancello di Auschwitz”

Denis Avey

“Il popolo italiano deve fare i conti con la propria storia: sebbene molti abbiano nascosto gli ebrei in casa, molti altri li hanno venduti per 5mila lire”

Ferruccio De Bortoli Presidente
della Fondazione del memoriale della Shoah

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi – Se questo è un uomo

“Una dittatura non sarebbe più possibile?”

Rainer Wenger

Oggi, in occasione del settantesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz voglio ricordare due grandi uomini, due angeli che in un periodo oscuro e vergognoso per la razza umana hanno ridato significato alla parola UOMO.

In cosa si distingue l’uomo da quelle che noi chiamiamo forse ingiustamente, bestie?
Dal forte senso di empatia verso il prossimo?
Per la sua capacità di raziocinio grazie ad un organo altamente sviluppato: il cervello?
Perché possiede un’anima?
Perché è in grado di amare?
Tutte ottime risposte certo e allora come spiegare quest’orribile abominio?
L’uomo è la più strana delle bestie!
Può essere capace di grandi cose ma anche, purtroppo delle più orrende e questo
lo fa consapevolmente.

Ma non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio ed è proprio di questi bellissimi, freschissimi, profumati fili d’erba di questo enorme prato chiamato
umanità che voglio parlarvi.

Il primo di loro è

Giovanni Borromeo

Nato a Roma il 15 dicembre 1898 era figlio di un medico, con lo scoppio della prima guerra mondiale
Giovanni Borromeo partì come militare per il fronte.
Ne tornerà con una medaglia di bronzo, la guerra non gli impedì di laurearsi anche molto brillantemente (con 110 e lode e il prestigioso Premio Girolami) nel 1922.
La sua missione, come sempre raccontava ad amici e parenti era quella di aiutare le persone malate, fu per questo motivo che spese tutta la sua carriera in strutture pubbliche.
Borromeo, antifascista della prima ora,vinse due concorsi per diventare primario (a soli 31 anni) ma quando gli venne posta la condizione di dover prendere la tessera del partito fascista rifiutò.
Nella primavera del 1934 avvenne l’incontro che cambiò la sua vita professionale: conobbe il Priore dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni Calibita, Fra’ Maurizio Bialek, un polacco coraggioso e decisero insieme di riavviare e modernizzare il vecchio ospedale Fatebenefratelli che rinacque così a nuova vita come una struttura di avanguardia (sotto il controllo del Vaticano) che Borromeo guidò per tutto il decennio fino allo scoppio della guerra.

Ma vediamo il quadro storico

Roma 1937: il governo mussolini emanò le leggi razziali e molti ebrei iniziarono a conoscere il vero volto della dittatura e a perdere il posto di lavoro.
25 Luglio 1943 caduta del fascismo.
Badoglio divenne il capo del governo ma poco più di un mese dopo sia lui che il re Vittorio Emanuele terzo fuggiranno lasciando il paese e la capitale nel caos.
Roma venne così occupata dalle truppe tedesche.
Già prima di qualsiasi contatto con la comunità ebraica di Roma le S.S. avevano preparato i dettagli per la soluzione finale.

Il 16 ottobre del ’43 alle 5 di mattina i tedeschi effettuarono una retata al ghetto di Roma facendo oltre 1000 prigionieri (che verranno mandati ad Auschwitz, ne torneranno solo 16…).
Immediatamente Borromeo fece accogliere nell’ospedale i primi rifugiati nascondendoli nei reparti (sia Borromeo che il priore erano membri attivi della resistenza,Borromeo con una radio nascosta in cantina manteneva i contatti con gruppi di partigiani inoltre, confidando nelle sue amicizie in Vaticano ottenne una falsa tessera di guardia nobile grazie alla quale godeva di una maggiore libertà).
L’ospedale veniva usato come luogo di riunioni strategiche o incontri politici e il via vai copriva queste attività insomma era il cuore della resistenza romana una vera e propria centrale operativa).
Dopo la retata nel ghetto I controlli delle S.S. raggiunsero anche l’ospedale che fu circondato.
Insieme all’ufficiale in uniforme nera ce n’era un altro, quella mattina:
un medico della Wehrmacht perché si sospettava che non tutti i malati ricoverati fossero malati veri (I primi reparti erano occupati da malati veri,poi vi erano oltre agli ebrei che grazie a Borromeo nell’atto del ricovero assumevano di fatto una nuova identità sparendo quindi dall’attenzione nazista,anche politici che qui si nascondevano),
Attraversati i primi reparti, le S.S…Continua a leggere»

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