Dita di strega
In principio era la festa dei morti o, forse, la festa per l’entrata in quiescenza della terra, in onore della fine dell’anno agricolo; da santificare accendendo un bel falò – come fanno alcuni gruppi folcloristici , anche locali – e mangiando una fetta di dolce, realizzata con il farro o l’orzo, cereali in uso nell’antichità, piuttosto che con un piatto di castagne bollite e un bicchiere di latte, da offrire alle anime dei defunti.
Da qualche anno si è diffusa la moda di festeggiare Halloween, anzi l’equivalente americano di questa festa, con tanto di bambini travestiti e zucche intagliate, tra alti lamenti dei puristi, anche se in realtà l’usanza di intagliare zucche per farne lanterne era già presente, da lungo tempo anche in molte regioni d’Italia.
Si tratta di mode passeggere o di un’impropria invasione culturale?
E qual è il confine, o meglio, deve esistere un confine per impedire ad altre culture di invaderci con le loro usanze?
Se così fosse dovremmo fare un rogo di tutti i nostri alberi di Natale – usanza importata in Inghilterra dalle Germania e poi giunta a noi nel secondo dopoguerra – per non parlare dei Babbi Natale, con la loro divisa rossa, inventata da una famosa ditta di bibite americana, che nel corso di poco più di mezzo secolo hanno spodestato Gesù bambino; che, in realtà non ha mai portato regali a tutti i bambini italiani, più spesso gratificati da San Nicolò piuttosto che dalla Befana.
Tante parole, per dire che, quest’anno, non mangerò le castagne, anche perché non le ho comprate, ma questi biechi biscottini anglosassoni; che già mi sono persa Yom Kippur.
Perché sincretismo è anche bello
(dosi per parecchi bambini e non)
200 gr farina
50 grammi circa di mandorle tagliate a metà
100 gr burro
100 gr zucchero di canna
1 uovo
1 bustina vanillina
la punta di un cucchiaino da caffè di bicarbonato (ma non di più o le vostre dita diventeranno troppo gonfie. Volendo si può evitare)
un pizzico di sale
farina qb per formare le dita
Mettere tutti gli ingredienti in un mixer o un’impastatrice e amalgamarli bene fino a costituire una pasta compatta, aggiungendo alla bisogna poca acqua.
Su una superficie piana infarinata creare dei piccoli rotoli di pasta del diametro simile alle dita delle mani, tagliarli delle dimensioni dell’indice, aggiungendo su un’estremità mezza mandorla per creare l’unghia e facendo delle piccole incisioni con un coltello per creare le pieghe.
Mettere tutte le dita su una teglia rivestita di carta da forno e infornare a 180 gradi circa – 150 se il forno è ventilato – per circa mezz’ora. Lasciare raffreddare su una griglia prima di servirle.