L’associazione che mi viene più diretta per celebrare la Giornata Nazionale nel Calendario del cibo Italiano promosso da AIFB è con le nature morte, che attraverso la raffigurazione dei prodotti, li esaltano nella loro qualità e bellezza.
In particolare un pittore tra altri: Cristoforo Monari (Reggio Emilia 1667 – Pisa 1720)
Munari artisticamente si formò alla scuola emiliana, ma, verso la fine del secolo, si trasferì a Roma.
Abilissimo pittore di nature morte iniziò dipingendo strumenti musicali e le cosiddette «cucine rustiche» (utensili, selvaggina, salumi, punte di formaggio «grana»), poi nei suoi dipinti iniziarono ad apparire raffinate porcellane cinesi, che diventarono quasi una sua firma.
Fra il 1706 ed il 1715 fu a Firenze, dove dipinse anche trofei di guerra e trompe-l’œil. Si trasferì quindi a Pisa, occupandosi quasi esclusivamente di restauri.
Tutti questi dipinti presentano un repertorio di oggetti e una diligenza, compositiva ed esecutiva, che sarebbero divenuti il tratto stilistico caratteristico di tutta la sua produzione successiva.
A Roma ebbe contatti significativi e fondamentali con la cultura fiamminga della cerchia di Jan Davidsz de Heem e in particolare con Christian Berentz, conosciuto forse attraverso l’Imperiali. Lo stile lucido, finito e astratto di questi artisti nordici appare però personalizzato dall’artista, la cui pittura, asciutta, è caratterizzata da una patina più calda di realtà, un ordine più vero nella disposizione degli oggetti e una luce cristallina ancora seicentesca (Briganti, 1954).
In particolare volevo porre la vostra attenzione su un dipinto: Vasellame di terra cotta, zucca, verza, spalla di maiale, piatto con coltello.
Volevo riprendere i prodotti dipinti nelle sue opere con l’associazione a prodotti del mio territorio.
In particolare in questo quadro è inserita, tra gli altri prodotti la zucca, e nel nostro territorio abbiamo un eccellenza: la zucca bertagnina. Un particolare tipo di zucche della zona di Dorno, che si distingue per la qualità e la quantità di polpa utilizzabile. La denominazione “Bertagnina” è dovuta alle tipiche protuberanze sul fondo del corpo: il “bartò” o “bartòi” in dialetto locale indica il caratteristico copricapo dei contadini. Ignorata dalla grande produzione per via dell’eccessivo scarto, la zucca Bertagnina è sopravvissuta fino ai nostri giorni grazie ad alcuni agricoltori dornesi che hanno continuato a coltivarla nei propri terreni, ed è proprio per merito loro che si è riusciti a recuperare i semi dando vita ad un’importante operazione di rilancio. La Pro Loco di Dorno è impegnata in prima linea in questo progetto, tanto che nel 2004 ha dato vita alla “1ª Sagra della zucca Bertagnina”. Traguardo fondamentale nella rivalutazione della prestigiosa cucurbitacea è il conferimento del marchio De.C.O. nel 2008.
Attualmente è inserita tra i prodotti dell’arca del Gusto , progetto di SlowFood.
Ed ecco che allora prende vita questa ricetta
Zuppa di zucca, verza e prosciutto.
La preparazione prevede di pulire la verza e tagliarla fine, facendola sbollentare in acqua fredda e poi salata al momento del bollore. Si prosegue tagliando la zucca e le patate a dadi piccoli.
Prendete una pentola in terracotta in cui ho versate l’olio evo e fate soffriggere il prosciutto crudo tagliato in pezzetti piccoli. Aggiungete la cipolla tagliata fine e lasciate stufare. Dopo aggiunte man mano le patate, tagliate a dadi, la verza sbollentata e infine la zucca a pezzi.
Mescolate, controllare di sale e ricoprite di acqua. Lasciate cuocere a fuoco molto basso per più di un’ora, fino a quando zucca e patate sono cotte senza essere disfatte. A parte in una padella antiaderente far scottare le fette di prosciutto fino a che non diventano croccanti.
Servite mettendo una fetta di prosciutto croccante nel piatto per ogni commensale.
Ingredienti per 4:
1 kg. verza
1/2 kg. Zucca bertagnina
1 Cipolla
1 kg di Patate
100 g. Prosciutto crudo a fette
100 g. prosciutto crudo a dadini
4 fette di pane
Olio evo
Sale