L’estate è la stagione in cui viene preparato il cosiddetto “buttigghiatu”, ovvero la conserva di passata di pomodoro. Una vera e propria tradizione, ancora molto radicata e diffusa in molte famiglie del sud.
Un lavoro senza dubbio faticoso, che inizia all’alba e termina a tarda sera, reso unico dall’atmosfera di convivialità che lo circonda, un’occasione per riunire l’intera famiglia, vicini di casa e amici.
Ci ricordiamo che si utilizzava una grande veranda, aperta sul giardino, dove troneggiava una lunga tavola ricoperta da coloratissime cerate, sulla quale adagiava delle grandi bacinelle colme d’acqua che usava per lavare le bottiglie in vetro messe da parte durante tutto l’arco dell’anno. La stessa tavola serviva poi come base d’appoggio per l’imbottigliamento. Per terra si trovavano dei grandi teli sopra i quali giacevano non so quanti pomodori, tantissimi. In giardino veniva acceso il fuoco sopra il quale continuamente, in un grande pentolone, bollivano i pomodori prima di essere macinati.
In Sicilia sono ancora tantissime le famiglie che si riuniscono e dedicano il fine settimana alla preparazione della conserva di pomodoro. Quali sono i vantaggi? Di sicuro si risparmia, si guadagna in qualità, “Sai soccu Manci”, e ci guadagna pure l’ambiente, perché si riescono a riciclare centinaia di bottiglie e barattoli di vetro.
La giornata di lavoro si conclude col mettere a bollire le bottiglie. Un duro lavoro, quello della produzione del “buttigghiatu” che però è in grado di regalare una bella scorta capace di riempiere la dispensa per tutto l’inverno oltre che “assicurare” le bottiglie in valigia a chi si trova lontano da casa. Una piccola dose di tradizione e di estate siciliana da gustare durante tutto l’arco dell’anno, ovunque ti trovi.
Fonte: CustonaciWeb
L’articolo “U buttigghiatu”: “a sarsa ri casa”, il rito dell’estate proviene da Cosa Cucinare Stasera.