Il weekend è arrivato, l’ultimo di settembre ahimè, con un po’ di tristezza lo saluto con una torta vegana alle pesche. Sono al limite del consentito per le pesche lo so, ma si possono usare oltre che le ultime pesche anche tavola, quelle sciroppate che avete preparato con l’esubero della vostra raccolta, o perché no? Sostituirle magari con dei fichi. E’ una torta vegana alle pesche rustica che si presta ad essere interpretata a seconda della stagione. Il dolce è molto semplice da preparare e non necessita di grandi spiegazioni.
Vorrei invece parlare un po’ di zucchero. Tra chi si occupa di alimentazione, medici, nutrizionisti, società di ricerca scientifiche ecc ecc, la convinzione è unanime: lo zucchero fa male. E per zucchero intendo sia lo zucchero comune, quello che si tiene dentro al barattolo per dolcificare il caffè per intenderci (il saccarosio), sia tutti gli altri zuccheri semplici: tra cui il glucosio e soprattutto il fruttosio (elenco solo quelli più utilizzati perché la lista sarebbe lunga)
Non mi metto a spiegare le dinamiche del perché e come lo zucchero fa male, per quello potete approfondire da soli. Dato che io parlo di ricette, vorrei solo darvi qualche indicazione utile per scegliere lo zucchero per dolcificare dolci, bevande ecc. Innanzitutto va detto che Il corpo ha bisogno di zuccheri, ma non di zucchero (tipo saccarosio, glucosio e fruttosio) e sono due cose molto diverse. La cosa migliore sarebbe evitarlo, ma lo so che per molte persone è difficile. Io per esempio non uso più lo zucchero bianco da molto tempo, e comunque di regola non dolcifico niente, ne tè né caffè né succhi di frutta ecc.
Mangio raramente dolci, e quando li preparo uso normalmente zucchero di canna integrale o malto. Lo zucchero di canna integrale però non è la panacea di tutti i mali, perché sempre di zucchero semplice stiamo parlando, ha solo un indice glicemico un po’ più basso dello zucchero bianco e contiene più sostanze tipo sali minerali e vitamine, ma niente che possa giustificare un grande utilizzo perché è sempre uno zucchero semplice, con tutte le problematiche connesse. Quando lo usate, accertatevi che sia zucchero di canna integrale, quello vero che si presenta scuro e umido. Molti zuccheri di canna in commercio non sono realmente zucchero integrale di canna! Il saccarosio è formato dal 50% di glucosio e dal 50% di fruttosio
Il fruttosio è uno zucchero metabolizzato quasi totalmente dal fegato. Quello che vedeiamo nei barattoli al supermercato è assolutamente da evitare, perché non ha nulla di naturale. Quello invece presente naturalmente nella frutta è tutta un’altra storia e andrebbe assunto mangiando la frutta e basta, che contenendo anche altre sostanze ci fa assimilare e metabolizzare il fruttosio in maniera diversa. Quindi si alla frutta, no al fruttosio del supermercato.
E lo Sciroppo d’agave? È formato da 70-90% di fruttosio e 30 % di glucosio, quindi va usato con moderazione.
Il malto non contiene fruttosio ma solo glucosio, si ottiene dalla germinazione e fermentazione di cereali. Contiene glutine, quindi non è adatto ai celiaci. Ha un indice glicemico più basso del saccarosio, ed ha un sapore gradevole.
La stevia è anch’essa sottoposta a processi di raffinazione, quindi non può essere considerato un dolcificante naturale. A me personalmente non piace assolutamente come sapore quindi non la utilizzo mai.
Per dolcificare i dolci possiamo usare anche purea di frutta come per esempio di datteri o uvetta. In questo caso ci sarebbe da fare una riflessione sulla sostenibilità, ma lo affronterò in un altro post.
Tornando a noi quindi, io nei dolci uso zucchero di canna o malto o le due cose insieme. Spesso al posto della marmellata uso purea di frutta essiccata, come per esempio di albicocche o prugne, sono molto più sane delle marmellate contenenti zucchero.
La cosa importante che vorrei aggiungere è che non dobbiamo demonizzare troppo gli ingredienti che sappiamo non essere troppo salutari, si possono consumare saltuariamente, facendole diventare piacevoli eccezioni. Mentre per la quotidianità è meglio orientarsi verso i cibi il più possibile sani e vari.