I miei post sul blog sono ormai diventati mensili e, per ora, va bene così.
Mi tengo per buono solo l’appuntamento con la sfida MTC che, nel mese di Giugno dell’anno del Signore 2016, è arrivata alla 58° edizione.
E a questo giro, ragazzi, tenetevi forte… c’è la pizza!!!!
Pensiamoci un attimo.
Sono servite davvero 58 sfide prima di arrivare alla pizza?
Non è per sminuire le altre ricette ma… spaghetti and meatball… pizza e mandolino… praticamente nel resto del mondo credono che qui in Italia non si mangi altro. E nel mio caso potrebbe anche essere vero.
Fatto sta che Antonietta Golino, vincitrice della gara di Maggio e terzo giudice di questo mese, ha testato per voi LA ricetta perfetta, che vi farà ottenere LA vera pizza napoletana, anche se vivete a Trento e non avete la farina di Napoli, l’acqua di Napoli, la pommarola di Napoli, la mozzarella di Napoli. Eccetera eccetera.
Ho detto “voi” perchè in questo post non vedrete quella specifica ricetta ma la mia versione modificata e sglutinata.
Cosa che, questo mese, con tutta probabilità, mi farà finire fuori gara. Insieme al fatto che mi sono dimenticata di fotografare i passaggi richiesti dal regolamento. Tuttavia, seppur in extremis, voglio condividere con voi la mia ricetta della pizza al piatto. Versione senza glutine.
Riuscire a fare una pizza senza glutine dignitosa è stata forse la prima battaglia che ho intrapreso dopo la diagnosi di celiachia perchè, passi per pane e pasta ma… non potrei mai vivere in un mondo senza pizza.
Più del cioccolato. E ho detto tutto.
Questo impasto è ancora lontano dalla perfezione ma ci si avvicina parecchio. Il sapore è buono, non è affatto pesante e il giorno dopo la pizza è sempre mangiabile, anche senza scaldarla. Lontana anni luce dai primi esperimenti, insomma.
Ricordate solo di coprire i panetti con la pellicola, per evitare che secchino, quando li mettete a lievitare. Io l’avevo finita così ho lasciato un sacchetto di plastica sopra il telo che avevo usato per ricoprirli. Peccato che qualcuno qui in casa l’abbia tirato via per ritagliarlo e indossarlo come fosse un armatura.
Ma è colpa mia visto che ho lasciato il fortino incustodito per andare a fare la spesa