Un antipasto molto gustoso e che profuma di mare. Peccato che ormai sia diventato una rarità! D’altronde paghiamo le conseguenze di una pesca indiscriminata che che ha spopolato i nostri mari e messo a repentaglio la sopravvivenza di alcune specie ittiche. Conosciuto con nomi diversi, gianchetti, bianchetti e neonata, nel soveratese viene chiamato bincomangiare, un termine forse di derivazione francese che nell’antichità veniva usato per indicare una prelibata preparazione dolce o salata di colore bianco. E’ questo infatti il colore del novellame di pesce azzurro, venduto spesso di nascosto per non incappare nelle maglie della Finanza, in quanto le leggi vigenti sulla pesca ne consentono la cattura e la commercializzazione solo in alcuni periodi dell’anno.
Però nel crotonese il biancomangiare è…rosso. Certamente non sono daltonica, ma vi parlo di una tipica preparazione che miscela il bianchetto con sale, olio evo e tanto peperoncino piccante e che prende il nome di rosamarina o nudicella. Indubbiamente una conserva dedicata a chi ha la bocca d’amianto!
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Ingredienti
biancomangiare
farina
prezzemolo
aglio
parmigiano
uovo
sale
acqua fredda
olio per friggere
Come tante ricette della tradizione non vi dò le grammature, bisogna regolarsi in base alla quantità di pesce che si ha a disposizione. D’altronde l’unità di misura delle nostre nonne era il pugno!
Preparazione
Lavate il biancomangiare in uno scolapasta e mettetelo a sgocciolare. Intanto preparate la pastella: in una ciotola versate la farina, il sale, l’aglio e il prezzemolo tritati finemente, il formaggio, l’uovo e l’acqua. La pastella dove essere liscia e non molto liquida. Aggiungete per ultimo il biancomangiare e mescolate.
Mettete sul fuoco una padella con abbondante olio e quando è caldo versate il composto a cucchiaiate irregolari.
Fate dorare le frittelle, poi levatele e servitele ben calde. Sono buone anche fredde, ma perdono la loro croccantezza.
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