Le radiazioni emesse dall’apparecchio sono a bassa energia e non ionizzanti, quindi non sono in grado di interagire con il nostro Dna
Nell’immaginario collettivo il forno a microonde, che scalda i cibi sfruttando l’interazione della materia con i campi elettromagnetici, aumenterebbe il rischio di tumori nell’uomo: le radiazioni emesse dall’apparecchio sarebbero in grado di alterare il nostro Dna, causando l’insorgenza del cancro. VERO o FALSO?
FALSO, come spiega nel dettaglio Anna Franzetti, responsabile dell’unità contenuti istituzionali di missione dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro
Scaldare il cibo con il forno a microonde aumenta il rischio di cancro?
Falso. Non vi è alcuna dimostrazione che l’uso del forno a microonde nel cucinare e nel scaldare i cibi possa aumentare il rischio di cancro. Questo elettrodomestico è presente nelle nostre case a partire dagli anni Cinquanta, quindi abbiamo maturato un numero sufficiente di anni di osservazione per poter dire che si tratta di un sistema di cottura per cui non sono stati evidenziati pericoli per la salute.
Perché si è diffusa questa credenza?
Probabilmente il fraintendimento nasce dal termine “radiazione”. Quando noi pronunciamo questa parola evochiamo la radioattività prodotta dalle centrali o dalle armi nucleari. In realtà i forni a microonde scaldano il cibo grazie a delle radiazioni a radiofrequenza, quindi dotate di una bassa quantità di energia e di tipo non ionizzante, cioè non sono in grado di interagire con il nostro Dna. Non possono, quindi, aumentare il rischio di sviluppare tumori.
Quindi le radiazioni non modificano la struttura dei cibi scaldati? Gli alimenti non sono radioattivi?
No, la struttura dei cibi che noi scaldiamo non viene compromessa perché le radiazioni sono a bassa energia. Queste radiazioni agiscono solo a livello dello sfregamento delle molecole, che produce il calore necessario per cuocere i cibi.
C’è qualche altro rischio legato alle radiazioni che vengono emesse dal forno a microonde?
È importante dire che questo tipo di radiazione viene assorbito molto bene dai materiali ricchi d’acqua. Anche i tessuti umani sono ricchi d’acqua quindi una raccomandazione è quella di verificare che il microonde sia sempre ben schermato perché in caso contrario si potrebbero rischiare delle scottature o delle ustioni. Un’altra accortezza che si deve avere è quella di conservare sempre attentamente i cibi perché in questo caso la cottura nel microonde potrebbe non eliminare tutta la carica batterica che questi alimenti contengono e provocare quindi dei disturbi gastrointestinali o altro.
Esistono casi in cui è meglio cuocere i cibi col forno a microonde anziché con i metodi classici?
Dal punto di vista nutrizionale in alcuni casi è meglio cucinare con il microonde. Il cibo cotto e successivamente riscaldato è comunque sempre più povero di nutrienti rispetto a quello crudo perché molte vitamine e proteine col calore si denaturano: questo vale sia per le cotture classiche sia per quelle al microonde. Dal momento che il forno a microonde cuoce alcuni cibi (come ad esempio le verdure e il pesce) senza acqua in tempo molto breve, il valore nutrizionale di questi alimenti risulta addirittura più elevato del corrispettivo cucinato nel modo più classico.
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