Una parte di me è rimasta in Emilia Romagna, legata ai suoi profumi e a quelle distese verdi. Una parte di me ha ancora voglia di rivederli quei campi, intervallati dalle strade sempre troppo buie e vuote. Una parte di me ha nostalgia dei portici di Bologna e dei sampietrini del centro di Ravenna, delle mura di Lugo e delle volte di Ferrara. Non l’avrei mai immaginata, anni fa, tutta questa nostalgia; non l’avrei mai immaginata quando quasi scappai via, insofferente a quel silenzio, a quei campi a perdita d’occhio, al poco movimento dell’orizzonte, abituata com’ero a confrontarmi con isole e un vulcano; non l’avrei mai immaginata a 23 anni, su quel treno del ritorno, di tornare tantissime volte con la mente a quei giorni, a quei luoghi, alle colline viste e a quelle amate.
Ecco perché quando l’AIFB ha annunciato l’inizio del contest #AromiGialloMalvasia che celebrasse i prodotti e i vini del piacentino, in collaborazione con la scuola ALMA, La Strada dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini e La Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina, non ci ho pensato su due volte: dovevo partecipare! Incurante degli impegni, della poca voglia di fare, di questo periodo che non capisco che verso voglia avere, mi sono lanciata e ci ho provato.
In seguito all’approvazione della candidatura, abbiamo ricevuto una MisteryBox contenente diversi prodotti agroalimentari piacentini, con cui preparare una ricetta:
zucca piacentina ( società agricola Graffignana Srls)
susine tardive ( Azienda Agricola Maldotti )
miele di tarassaco (Azienda Agricola il Poggio)
salsa di pomodoro (Cascina Pizzavacca)
aglio bianco e scalogno ( Delfanti )
Grana Padano ( Caseifici Santa Vittoria e Borgonovo, Latteria Sociale Stallone)
A questi è stata aggiunta una bottiglia di Malvasia di Candia Aromatica dei Colli Piacentini Donna Luigia 2015, dell’Azienda Torre Fornello di Enrico Sgorbati, da abbinare o utilizzare per cucinare.
Mi sono messa alla ricerca di qualcosa che mi ricordasse quello che ho vissuto dell’Emilia Romagna e, seppur non ho mai visto Piacenza, avevo ben chiaro quale aspetto ne volessi raccontare. Nel cercare tra le varie ricette tipiche, mi sono imbattuta nei marubini, ravioli ripieni di salsiccia, noce moscata e grana padano, tipici della zona del piacentino che si sviluppa intorno al Po.
Li ho quindi reinterpretati in base agli ingredienti che avevo a disposizione, arricchendo il ripieno di susine tardive, e condendoli con un pesto di zucca, salvia e nocciole.
MARUBINI DI LUGANIGA E SUSINE TARDIVE CON PESTO DI ZUCCA, SALVIA E NOCCIOLE PER #AROMIGIALLOMALVASIA
INGREDIENTI per 2 persone
Per i marubini
2 uova medie
1 tuorlo
160 g farina di frumento 00
40 g semola
pepe nero
Nella ciotola della planetaria, versare le uova, la farina, la semola e una spolverata di pepe nero. Mescolare il tutto con la frusta a foglia fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Prelevare l’impasto dalla ciotola della planetaria, formare una palla e far riposare 30 minuti avvolta in pellicola da cucina.
Per il ripieno
150 g luganiga
100 g susine tardive
1/4 di scalogno piacentino
noce moscata
1 cucchiaio di grana padano
sale
pepe bianco macinato
olio extravergine d’oliva
Malvasia di Candia dei Colli Piacentini
Sbriciolare la luganiga in una ciotola e tenere da parte. Lavare le susine, tagliarle a cubetti e tenerle da parte. Affettare sottilmente lo scalogno, riscaldare una padella con un po’ di olio extravergine e rosolarvi lo scalogno, a fiamma bassa, finché non sarà imbiondito e morbido. Aggiungere la luganiga sbriciolata, far rosolare e sfumare con un goccio di Malvasia di Candia dei Colli Piacentini. Unire le susine, regolare di sale e pepe e far cuocere per circa 10 minuti. Spegnere e lasciare raffreddare in una ciotola. Quando la salsiccia sarà raffreddata, unire il grana, la noce moscata e mescolare.
Stendere la sfoglia di pasta all’uovo ad uno spessore di 2 mm e con un coppapasta rotondo, ricavare dei dischetti. Riempire metà dei dischetti ottenuti con il ripieno di luganiga e susine preparato e richiudere con l’altra metà dei dischetti. Spolverare di semola e tenere da parte.
Per il condimento
200 g zucca piacentina
1/4 di scalogno piacentino
2 foglie di salvia
20 g nocciole
sale
pepe
olio extravergine d’oliva
Lavare la zucca e tagliarla a cubetti. In una padella, rosolare lo scalogno, affettato sottile, in un filo di olio extravergine d’oliva. Quando sarà imbiondito e morbido, unire la zucca e lasciarla cuocere, a fiamma bassa, per circa 10 minuti ( o fin quando non sarà morbida). Regolare di sale. Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare. Intanto, triturare grossolanamente le nocciole e tostarle in un padellino. Nel bicchiere del mixer, unire la zucca stufata, le nocciole, tenendone da parte qualcuna per decorare, la salvia e frullare, aggiungendo, a filo, dell’olio extravergine.
Portare a bollore una pentola di acqua, unire i marubini, salare e prelevare un paio di mestoli di acqua di cottura e tenere da parte per stemperare il pesto. Lessare i marubini. Condire i marubini con il pesto di zucca, decorare con le nocciole tenute da parte e servire, accompagnato da Malvasia di Candia dei Colli Piacentini
Le quattro persone scelte verranno contattate in privato e “si sfideranno” domenica 2 ottobre a La Faggiola durante l’evento Il Giallo della Malvasia per contendersi il primo posto durante un cooking show dove dovranno replicare la ricetta che verrà valutata da una giuria più ampia anche tramite assaggio.
Per cui, io incrocio le dita.
Con questa ricetta partecipo al contest #AromiGialloMalvasia, organizzato da AIFB, in collaborazione con ALMA, Bloomet, La strada dei Vini e dei Sapori piacentini e La strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina.
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