Ero molto curiosa di leggere questo romanzo perché seguo già da tempo l’autrice come blogger, quindi volevo sapere se la sua esperienza di lettrice l’avesse condizionata nel bene o nel male.
Direi che è stata sicuramente condizionata nel bene, da tempo non divoravo un libro in pochi giorni, nessuno mi aveva più travolta come questo.
Travolta con la sua delicatezza e la sua semplicità, ho amato molto la storia di fondo dei bambini Bielorussi e la sua ambientazione, sicuramente originale per un romance.
Elena e Mikhail sono due bei personaggi, a mio parere molto reali e non artefatti ai fini della storia.
Ripeto, un libro all’apparenza semplice, nel senso che che non scatena tsunami di emozioni contrastanti ma che ti coccola, ti avvolge come una coperta senza permetterti di staccare fino al suo happy ending per nulla forzato o assurdo tipico delle favole. Tutta la storia si regge benissimo sugli avvenimenti, scorre nel modo giusto non tralasciando nulla e senza perdersi in zone morte. Che dire, complimenti Alice Elle, un ottimo lavoro e grazie per aver riportato ai nostri occhi la situazione di questi bambini dimenticati dai media.
Quando un libro mi piace vengo sempre stimolata a trovare a tutti i costi una ricetta da abbinare, in questo caso è stato semplice perché in una cena al ristorante i due protagonisti ordinano i DRANIKI, delle frittelle di patate molto simili alle nostro ma con una pastella che ricorda i pancake. Ne ho preparata per voi una versione rivisitata a mio gusto e piacere, omettendo la cipolla.
Il ripieno varia dal macinato di carne, al formaggio, ma vengono anche preparati senza.
Per preparare questa ricetta vi occorrerà una padella antiaderente, una paletta per rivoltare i draniki e una grattugia a maglia fitta tipo quella che si usa per il formaggio, un colino a maglie fitte e un cucchiaio.
INGREDIENTI per 2 persone:
- 2 patate di media grandezza
- 50 g di formaggio caprino vaccino
- qualche filo di erba cipollina
- 2 cucchiai di farina di tipo 1
- Un uovo piccolo
- Un cucchiaio di yogurt bianco al naturale possibilmente del tipo denso
- Sale e pepe quanto basta
- 20 grammi di burro
- yogurt o panna acida per accompagnare facoltativi
Sbucciate e lavate le patate insieme all’erba cipollina, tagliate a rondelle piccolissima quest’ultima.
Potete utilizzare una grattugia a mano oppure una più comoda elettrica, come nel mio caso. Grattugiate quindi le patate, trasferite la polpa ottenuta in un colino e strizzatela premendo con le mani per rimuovere l’acqua in eccesso.
Aggiungete tutti gli ingredienti tranne il caprino e mescolate a formare una densa pastella. Se risultasse troppo liquida aggiungete un pochino di farina, se troppo densa un goccio di yogurt. La consistenza deve essere leggermente più densa di un impasto per torte, ma ancora gestibile a cucchiaio.
Sciogliete il burro in un pentolino antiaderente, con il cucchiaio versate il composto formando la base dei draniki, non serve essere precisi, appiattite il composto con il dorso del cucchiaio. Dividete il caprino a metà e appiattitelo nel palmo della mano.
Sistematelo al centro dei draniki e ricoprite ognuno con la restante pastella, cuocete per circa 4 minuti per lato, se serve rivoltate le frittelle anche pià volte per evitare che si brucino.
Servite subito ben caldi, sono una vera bontà, resi ancora più speciali dalla semplicità degli ingredienti.
SINOSSI e LINK D’ACQUISTO:
Una telefonata ha distrutto il matrimonio perfetto di Elena. Una sola frase è bastata perché l’amore per il marito si trasformasse in una ferita infetta, un peso insostenibile che la trascina a fondo.L’unica soluzione sembra essere prendere un aereo e partire, mettere centinaia di chilometri tra se stessa e una realtà che non è in grado di sopportare, alla ricerca di una pace che sembra perduta per sempre.
Il destino, però, ha in serbo qualcosa di diverso.
Elena approda in una terra ricoperta di ghiaccio e incontra un uomo che in quel gelo ha nascosto la propria anima, per non dimenticare, per espiare…
Gli occhi gelidi di Mikhail la scrutano, la inchiodano, la spogliano di ogni maschera.
Tuttavia, quel ghiaccio brucia più del fuoco e, quando la neve si scioglie, la vita è pronta a germogliare.