MANGIA CIO’ CHE LEGGI #104: Macarons alla liquirizia ispirati da "DEVOTION" di Estelle Hunt e Lidia Calvano

Questo sabato vi parlo di un libro a me molto caro, di cui ho avuto l’onore di fare da beta. Ringrazio per questa meravigliosa opportunità le due autrici Estelle Hunt e Lidia Calvano, che si sono fidate a farmi leggere il loro romanzo in anteprima per avere il mio umile parere.


Per me scrivere questa recensione senza fare spoiler è veramente un’impresa, perché mi è piaciuto talmente tanto questo libro che vorrei soffermarmi su tutti i dettagli, su tutti gli avvenimenti della storia. In questo modo però vi rovinerei il piacere di leggere questa meraviglia. Scordatevi Rehab, il precedente romanzo della serie, perché nonostante Adam arrivi da quella storia, Devotion è tutt’altro.
Se cercate qualcosa di sporco e pruriginoso non lo troverete perché questa è prima di tutto una storia sull’amicizia, quella vera, quella che nasce da ragazzini e dura per tutta la vita. E’ una storia d’amore quello vero che non è solo un fattore fisico ma qualcosa che unisce le anime a livelli primordiali.
Ho notato una crescita stilistica rispetto a Rehab forse perché in questo secondo lavoro a quattro mani, il loro affiatamento è ancora più forte e rodato. Sono riuscite a scrivere di un argomento insolito rendendolo assolutamente normale e giusto, mai volgare o sforzato. Una storia che mi ha emozionato dalle prime righe e che mi ha catturato per tutta la durata, senza stancarmi mai.

Unica pecca è il cibo simbolo di questa storia, i macaron, nello specifico alla liquirizia, il cibo e il gusto preferito dalla protagonista Amber. 
Perché dico unica pecca? Perché ci tenevo a fare un #mangiaciòchelleggi a questo romanzo e i macaron erano, prima di adesso, il mio tallone d’Achile. Li pensavo difficili da realizzare, le meringhe sono sempre una sfida, ed in questa versione ancora di più. Però quando mi sfidano non riesco a tirarmi indietro, ho comprato il tappetino in silicone, ho cercato ovunque la polvere di liquirizia, ho studiato per tutte le mie vacanze mille ricette e ho vinto io. 
Spero che con questa mia versione riusciate a prepararli anche voi, l’aroma di liquirizia può essere sostituita con qualsiasi gusto preferiate, idem il colorante nero. La ganache si prepara sempre allo stesso modo che sia fondente, al latte o con cioccolato bianco, e potete aromatizzarla con scorze di agrumi, caffè, aroma di frutta fresca o secca.
Per preparare i macaron vi serviranno:
INGREDIENTI per 10 macaron alla liquirizia:
per la ganache
La prima cosa da fare per avere dei macarons perfetti e dividere i tuorli dagli albumi, almeno 2 giorni prima di iniziare a preparare questi dolci. Per comodità, conservate i due albumi separatamente, in due barattolini di vetro che si possano chiudere, e fuori dal frigorifero. Il segreto di qualsiasi meringa e usare albumi a temperatura ambiente già vecchi di qualche giorno.
Potete anche preparare la polvere di liquirizia in anticipo; siccome non ve ne servirà molta, non vi conviene cercare la polvere di liquirizia pura in barattolo perché costosa; io mi sono recata in erboristeria, ho comprato la radice spezzettata e poi l’ho frullata alla massima potenza con il mio robot da cucina e passata al setaccio per eliminare eventuali residui. In questo modo avrete una polvere pura, profumata è perfetta per i vostri macarons.
La seconda cosa da fare è preparare la ganache perché deve raffreddare con calma e restare anche lei a temperatura ambiente, perché se la mettete in frigorifero diventa dura come una pietra. 

Battete con il batticarne le spezzatine di liquirizia in modo da frantumarle. 
In un pentolino mettete la panna e le briciole di liquirizia, portate a bollore. Mentre aspettate, tritate a coltello la cioccolata; quando la panna sarà calda, toglietela dal fuoco e aggiungete il cioccolato. Mescolate velocemente con una frusta per ottenere una crema liscia e lucida, trasferitela in un piatto fondo e copritela con della pellicola trasparente a contatto e lasciate riposare.
La terza cosa da fare è asciugare la farina di mandorle, negli ingredienti ho scritto che ne servono 100 g ma in realtà ne servono 80 g. Visto che in questa fase la farina di mandorle perderà peso è meglio tenersi larghi. 
Quindi, scaldate il forno a 150°, versate la farina in una teglia larga in uno strato uniforme e cuocete per 10 minuti. Dopodiché fate raffreddare completamente è pesatene  80 g.
In una ciotola unite lo zucchero a velo e mescolate bene per amalgamarli. A parte sbattete il primo albume, fino a ottenere una leggera schiuma. 
Unitelo al composto di mandorle e zucchero, mescolate per ottenere un impasto denso, aggiungete il colorante nero e mescolate ancora finché sarà tutto bello scuro. Coprite con pellicola trasparente a contatto e tenete da parte.

Ora la parte più difficile ovvero la meringa all’italiana.
Con le fruste elettriche o la planetaria iniziate a montare l’albume rimasto con un pizzico di cremor tartaro, mentre in un pentolino dovete portare a 120° l’acqua con il restante zucchero semolato.
Lo sciroppo non deve essere mescolato una volta che raggiunge i 114° potete toglierlo dal fuoco perché lui continua a scaldarsi fino alla temperatura desiderata.
Sempre con la planetaria in movimento, fate colare lo sciroppo all’interno facendolo scivolare sulle pareti della boule. Continuate a montare la meringa finché non si sarà raffreddata completamente, mentre le fruste lavorano, aggiungete i due cucchiai di polvere di liquirizia.
Per aiutare a raffreddare la meringa potete appoggiare intorno alla Boule dei panetti di ghiaccio.
La meringa è pronta quando sarà bella lucida e sganciando il gancio formerà un bel ciuffo compatto.

Prelevate un po’ di meringa e unitela al composto nero, mescolate bene, in questo modo dopo sarà più facile unire le due cose.
Procedete quindi ad amalgamare meringa e composto di mandorle, mescolando dal basso verso l’alto, fin quando alzando la spatola si formerà come un nastro di meringa.

Preparate una tasca da pasticcere con una bocchetta liscia larga circa un centimetro.
Riempitela con il composto e dopo aver sistemato il tappeto di silicone da macarons su una placca da forno, riempite le formine. Tenete la tasca da pasticcere verticalmente, schiacciate per fare uscire l’impasto partendo dal centro del disco della formina, tenete la punta della bocchetta ferma e riempite il dischetto lasciando circa un cm dal bordo.
Lasciate riposare almeno due ore la placca così preparata in modo che i gusci dei macarons formino già una crosticina a contatto con l’aria. Dopo due ore toccandoli, il dito non si dovrà sporcare ma dovrà scivolare sulla superficie.

Infornate a 150° per 12 minuti. Sfornate è lasciate raffreddare completamente i macarons prima di staccarli delicatamente dal tappetino.
Non potevo credere di essere riuscita a farli venire esattamente come quelli che si vedono in fotografia, ovvero con una base frastagliata e una superficie completamente liscia.
Una volta raffreddati sono pronti per essere farciti, quindi prendete di nuovo una tasca da pasticciere con bocchetta liscia e riempitela di ganache alla liquirizia, farcite 10 dischi con una noce di crema e richiudeteli premendo leggermente con gli altri 10 dischi; fate riposare in frigorifero almeno un’ora prima di servire, ma vi consiglio di lasciargli almeno una notte in frigorifero perché i sapori si fondano e rendano i macarons perfetti.

Spero di essere stata chiara nella descrizione se avete qualche dubbio non esitate a contattarmi alla mia mail valenzina2@gmail.com. Ho cercato di spiegarlo nel modo più semplice possibile ma posso assicurarvi che è più facile farlo che dirlo. In rete trovate 1000 ricette con anche la terminologia corretta, io mi sono messa nei panni della casalinga e mi è sembrato giusto scriverla in questa maniera senza usare termini come macaronage o tpt.

L’aroma di liquirizia è rimasta delicata, giusto un’ombra che accarezza il palato, spero di aver reso giustizia a questa storia insolita ma ricca di emozioni e di veri sentimenti, grazie ancora Estelle e Lidia, la prossima volta meglio una pasta in bianco a simboleggiare i vostri libri.

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“Rimaneva immobile, saettando con gli occhi dall’uno all’altro mentre la accerchiavano e la avvicinavano. Il letto sprofondò sotto il loro peso, il respiro di Amber accelerò, i capezzoli si indurirono e le gambe cedettero alle voglie inespresse, schiudendosi in un invito. Adam a destra e Ethan a sinistra. Li aveva entrambi vicini, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio.”
C’era stato un tempo in cui tutto il mondo si riduceva a loro tre, i migliori amici mai esistiti sulla faccia della terra: Adam il ribelle, Ethan il generoso e Amber, la ragazza di cui entrambi si erano innamorati. Poi il destino aveva mescolato le carte, le strade si erano divise e Adam era rimasto escluso da tutto, dall’amicizia, dall’amore, dalla famiglia. Ora Adam sta tornando, per riprendersi quello che sente appartenergli di diritto. Ha reinventato la sua vita, è andato avanti grazie alla rabbia e all’ostinazione, partendo di nuovo dal nulla. È un uomo che non crede più in niente, che ha come unico punto fermo la passione mai sopita per quella ragazza dai capelli di fuoco. Ma il “ribelle” ha fatto i conti senza il suo vecchio amico, senza la donna in cui Amber si è trasformata e persino senza se stesso.

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