Sono stati giorni particolari, segnati da paura, ansie, speranza.
Chi mi conosce e legge le pagine di questo blog sa che sono per metà abruzzese e che questa metà del cuore è totalmente e assolutamente occupata da quel paesino ai piedi del Gran Sasso dove è nato il pastorello.
Nascosto tra i monti.
Profuma di terra. E di funghi. E di legna che arde.
Di salcicce cotte alla brace, di caldarroste, di arrosticini e di costolette di agnello.
Di frutta secca e bucce di mandarini gettate nel fuoco.
E ancora di cardone con brodo.
Del pane di zia Lucia con acqua e zucchero, o del suo uovo sbattuto con un goccio di caffè.
Da lei ho imparato l’essere donna di casa, l’amore per l’essenzialità, il sapore della cucina di un tempo, il piacere che si prova ad impastare con le mani.
Da…
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