Il brodo col cardone è una specialità tipicamente abruzzese, che si gusta tradizionalmente al pranzo di Natale, non ovunque in Abruzzo, ma in gran parte delle località.
Del cardone avevo già parlato in questo post, in cui l’avevo usato per una ricetta che non aveva niente di tradizionale, e già in quell’occasione spiegai che altro non è che quello che altrove viene chiamato cardo. Gustarlo in brodo è del tutto sconosciuto al di fuori dai confini regionali, ma varrebbe la pena farlo conoscere, perché è davvero buono. Io ne sono ghiotta.
I componenti fondamentali del brodo col cardone sono, oltre al brodo, preferibilmente di gallina, e il cardone, le pallottine di carne e la stracciatella. Ovviamente esistono anche le varianti al tema, ogni famiglia ha una propria tradizione nella tradizione. Io, ovviamente, vi dico come l’ho sempre mangiato io e sono abituata a farlo.
Il cardone richiede un accurato lavoro di pulizia. Ogni cardo va selezionato, ripulito da eventuali parti rovinate, privato, costa per costa, di tutti i filamenti, sminuzzato a dadini piccoli piccoli e tenuto a bagno in acqua e limone. E’ un lavoro lungo e noioso, e che fa diventare le mani nere