Quando prepari, esponi e vendi cibo in strada parliamo di street-food (cucina da strada).
Non è una pratica moderna, non è stata inventata adesso.
Negli scavi archeologici dell’antica Pompei troviamo ancora oggi le “thermopolia” e le ”cauponae“, ovvero delle botteghe preparavano cibo in modo veloce (degli antichi take away)
Non è affascinante?
Il termine inglese street-food oggi fa parte del nostro mondo italiano ma in paesi con alta densità di popolazione come Asia, Africa ed America Latina due terzi della popolazione si ciba per strada.
Chi fa street-food?
Cucinare per strada è una pratica culinaria eseguita da venditori (quasi sempre) ambulanti basata sulla preparazione, esposizione, consumo e vendita di prodotti alimentari in strade, mercati e simili.
In questo straordinario universo rientrano tante attività, molto diversificate tra loro:
esercizi commerciali all’aperto o parzialmente al chiuso
food-truck
espositori\carrelli personalizzati
carrelli con attrezzature per cottura e rigenerazione;
Nel mondo più di DUE MILIARDI di persone mangia street-food
La definizione della FAO
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha dato una precisa e dettagliata definizione di street-food: il Food for the Cities è costituito da alimenti e bevande pronti per il consumo, preparati e venduti in strada o in altri luoghi pubblici come mercatini o fiere, spesso commercializzati su banchi provvisori o per mezzo di furgoni e carretti ambulanti. (link della fonte)
Il segreto del successo dello Street-Food
Perchè le persone mangiano per strada ed il locali sono sempre più vuoti?
Perché se gestisci un ristorante in una città turistica devi obbligatoriamente avere una vetrina espositiva all’esterno?
Il primo motivo è molto semplice: si può consumare un pasto camminando, perchè lo street food non prevede l’uso di posate e (teoricamente) neanche di piatti.
Il secondo motivo è molto intuitivo: costa poco. Si tratta di consumare un pasto molto economico, comodo, senza spendere troppo.
Viviamo ormai in una società super connessa, iper veloce e siamo sempre in costante movimento. Siamo oggi persone che vanno di fretta e vogliono pagare poco.
Lo street food ITALIANO….altro che junk food
Amo il mio paese, è talmente “gustoso” che sopratutto in strada il cibo si trasforma in un rituale, una vera e propria tradizione.
Se andiamo a visitare un luogo, ci piace poter consumare le specialità del posto.consumare una pietanza per sentirsi parte di tradizioni, luoghi e paesaggi culturali a dispetto delle differenze sociali, culturali ed economiche. Lo street food è legato indissolubilmente al territorio, molto più della ristorazione tradizionale.
In Italia quasi tutte le nostre regioni possono vantare ricette street-food famose in tutto il mondo:
in Liguria la focaccia genovese e la farinata;
in Veneto possiamo mangiare i Cicchetti, dei piccoli assaggini come il baccalà mantecato e l’uovo con acciughe;
in Toscana fanno il Panino livornese;
nelle Marche trovi i panini con le Spuntature;
in Umbria puoi mangiare la Torta al testo, ripiena con salumi o formaggi;
in Emilia Romagna la piadina;
in Campania la pizza piegata a portafoglio, i cuoppi fritti e ‘o pere e ‘o musso;
in Puglia fanno gli Gnummareddi
in Sicilia a Palermo trovi il pani ca meusa e le panelle;
Lo street food mette tutti i clienti sullo stesso piano. Che sia una fetta di pizza od un panino, se lo consumiamo per strada siiamo tutti uguali.
Un’arte antica tramandata da generazione in generazione
Fare cibo da strada è un’arte antica tramandata spesso da padre in figlio. Non si tratta di semplici operatori, di “comuni” cuochi. Ogni proprietario conserva gelosa la propria ricetta e tecnica diventando negli anni un punto di riferimento locale davvero importante. Inoltre chi opera in strada deve fare molto affidamento alla propria esperienza. E’ davvero difficile cucinare all’aperto, in spazi molto ristretti e garantire al cliente sempre un buon prodotto.
Esistono infatti numerose professioni nate in strada:
- i farinotti
- i piazzaioli
- i piadaiole
- i meusari
- i friggitori
- i trippai
Da me a Castellammare di Stabia, la mia città, qualche tempo fa è venuto a mancare il Re della frittura in strada.
Wana Wana…..un mocc e nata man.
Non si tratta di semplici professioni, ma queste persone (anche a volte senza esserne consapevoli) sono depositari di una tradizione artigianale antica che deve obbligatoriamente essere tutelata e protetta.