Salvatore Piccolo , formatosi all’istituto alberghiero di Ottaviano (con esperienze trascorse sulle navi da crociera) è il giovane chef che da poco meno di un anno ha aperto ed è alla guida di quest’ accogliente locanda con la cucina a vista e dall’atmosfera retrò, improntata agli anni ‘70: alle pareti copertine di 33, 45 e 78 giri ci riportano indietro nel tempo, e un giradischi perfettamente funzionante riproduce dischi di vinile la cui musica fa da sottofondo.Una cucina “artigianale” improntata prettamente al territorio e alla Campania in genere quella di Salvatore, quindi mare e terra, con un menù di massima, che può variare in base alla disponibilità di giornata dei prodotti.
In una serata dedicata a baccalà, ricci di mare e torzella (una varietà antica di cavolo, dalle foglie ricce e carnose, di cui ultimamente è ripresa la coltivazione che per lungo tempo è stata in disuso) abbiamo avuto modo di assaggiare alcuni dei piatti in menù.
Qualche incertezza nella preparazione dovuta sicuramente all’emozione di questa presentazione ufficiale non ci ha impedito di apprezzare la bravura di Salvatore e la qualità dei piatti proposti.Il benvenuto dello chef è un bocconcino davvero sfizioso, un “uovo di quaglia nel suo nido e filetto di acciuga del Mar Cantabrico.A seguire la “Polpetta di stoccafisso in crosta di mandorla su crema Parmentier allo zafferano” e la “Seppia di scoglio scottata su crema di fagiolo dente di morto di Acerra e torzella croccante del Monte Somma”
Da applauso gli “Spaghetti Selezione Gentile, cacio e ova di riccio di mare” (per i quali lo ricordiamo, sono usati i ricci femmina), seguiti dal “Filetto di baccalà in olio cottura, crema di papaccella agrodolce e finocchio croccante” (qui la papaccella, una varietà di peperone corta e costoluta, che si conserva prevalentemente sott’aceto era piuttosto invasiva).Un pre dessert di “Pane cafone, burro e pellecchiella” versione finger ha preceduto il dessert vero e proprio, “Fior di Fuscella” (una rivisitazione di un antico dolce locale con uova, zucchero e ricotta) di cui è stato molto apprezzato lo zabaglione servito nel guscio d’uovo: siamo tornati tutti un po’ bambini….In abbinamento i vini dell’azienda vesuviana Villa Dora.Locanda Mariacarolì
Via Giuseppe Garibaldi 23 / 25
Sant’Anastasia
081 897 1987
aperto tutti i gg a pranzo e a cena, chiuso il lunedì.
Il 1° marzo alla Locanda Mariacarolì di Sant’Anastasia “Ricci, torzelle e baccalà”, viaggio tra sapori vesuviani e del golfo di Napoli
L’aristocratica Maria Carolina, moglie del Re Nasone e già amante della cucina raffinata, è stata d’ispirazione per il nome della “Locanda Mariacarolì” di S. Anastasia (Na), centro conosciuto anche per il Santuario di Madonna dell’Arco, meta di numerosi fedeli soprattutto nel Lunedì in Albis; territorialmente siamo nel Parco Nazionale del Vesuvio, ai piedi del Monte Somma.