I biscotti della Vigilia di Natale

Ci siamo, la notte più magica dell’anno sta arrivando e chi più chi meno, tutti torniamo un po’ bambini.
Ricordate quando eravate piccoli e aspettavate l’arrivo di Babbo Natale? 
Io lo ricordo benissimo! 
 Ogni anno scrivevo con largo anticipo una letterina lunga almeno quattro pagine in cui gli raccontavo tutto quello che mi era successo durante l’anno che si stava per concludere. 
Ai regali non lasciavo molto spazio, non sapevo mai cosa chiedere e temo di aver messo spesso in crisi i miei parenti; anzi devo dire che io stessa lo ero un po’ quando veniva il momento della “lista”!
Però amavo scrivere la letterina, era come scrivere a un amico.
La vigilia di Natale invece gli lasciavo sempre sotto l’albero un mio disegno, un bicchiere di latte, qualche mandarino e i litches per le renne e qualche biscotto, perché dicevo, innanzitutto dopo una notte trascorsa a viaggiare al freddo avrà fame, e poi lui porta i regali a noi, ma a lui chi regala qualcosa? 
E allora abbondano sempre con dolcetti e frutta!
Per farci addormentare poi, mamma e papà mettevano me è mia sorella davanti al cartone animato di Babbo Natale e tutti insieme ci perdevano nella magia della leggenda e di quella notte di attesa. 

Un vecchio giocattolaio di nome Nicholas, un giorno lasciò la sua bottega di giocattali a Rovaniemi per cercare fortuna altrove. 
Quasi nessuno infatti acquistava più i suoi trenini e le bambole e i cavallucci di legno, non potevano più permetterselo.
Nicholas fu quindi costretto a mettersi in cammino per cercare di aprire altrove la sua attività. 
Con i suoi pochi averi attraversò la foresta innevata nel gelido inverno articoe
dopo qualche giorno di cammino, si imbatté in una casetta di legno in mezzo al bosco.
La piccola baita era disabitata e Nicholas decise di trascorrere li la notte e riprendere il cammino il giorno dopo, poiché una fitta neve stava già iniziando a scendere rendendo difficoltoso il viaggio.
Qualcuno però lo osservava: due piccoli elfi, la piccola Tifill e il giovane Tutur, nascosti dietro a una trave del tetto, osservavano stupiti quell’ anziano essere umano addormentato su un giaciglio di paglia.
Gli elfi temevano gli umani, avevano sentito tristi racconti su di loro: feroci e violenti,  battaglieri…eppure questo non aveva l’aria malvagia.
Decisero di recarsi dai Saggi della loro tribù e li informarono dell’accaduto.
Il giorno seguente, quando il giocattolaio si svegliò, trovò un pesante manto di candida neve intorno alla baita: se nemmeno la porta riusciva ad essere aperta, riprendere il cammino era impossibile. 
Decise quindi di restare lì fino a quando le condizioni atmosferiche non fossero migliorate; non immaginava che questo avrebbe significato restare in quel luogo incantato fino alla fine dell’inverno.
Iniziò quindi a sistemare i suoi pochi averi, cercando di rendere la casetta un pò più accogliente.
Ad un tratto sentì un rumore provenire dalla dispensa: un pò intimorito andò a vedere cosa lo avesse provocato, e con sorpresa scopri una giovane renna con il muso immerso in un vaso di marmellata di lamponi.
Quando vide Nicholas, la renna scappo’, ma non trascorse molto tempo perché questa si ripresentasse. 
Le visite della renna golosa si fecero sempre più assidue con il passare dei giorni e il vecchio giocattolaio vi si affezionò.
La chiamò Rudolph, la renna dal naso rosso, che golosa di marmellata ai  lamponi, ne aveva sempre un pò spalmata  sul muso.
Ma questo non fu l’unico incontro di Nicholas.
Quel luogo sperduto si rivelò più popolato di quanto pensasse!
Ricordate gli elfi?
Non avevano smesso di spiarlo, e anche gli Anziani si erano convinti che quel vecchietto era una creatura buona.
Mentre Nicholas trascorreva le giornate a intagliare il legno dando vita ai suoi magnifici giocattoli che ammaliavano Tifill e Tutur, fu lo stesso Nicholas ad accorgersi della presenza di queste piccole creature.
Non sapeva cosa fossero, sembravano bambini in miniatura e lui amava i bambini, ma inizialmente ne fu stupito.
Anche i due giovani elfi  incuriositi, uscirono allo scoperto e tra loro nacque una bella amicizia che si estese a tutta la tribù di folletti.
I piccoli elfi, pregarono Nicholas di non andarsene ed egli accettò di restare in quel luogo incantato e misterioso insieme a loro ancora per qualche tempo.
I giorni trascorrevano lieti, le stagioni si alternavano piacevolmente e 
gli elfi aiutavano Nicholas a costruire i giocattoli, gli insegnavano di quali bacche del bosco potersi nutrire, quali animali temere e dove trovare il muschio più fresco per potersi coprire quando i primi freddi iniziavano a farsi sentire.
Un giorno, Tutur si recò a raccogliere la legna per fabbricare i giocattoli ma non sapeva che il pericolo era in agguato.
Un grosso cinghiale lo aveva puntato e costretto a rifugiarsi nella cavità di un tronco senza possibilità di fuga.
Per fortuna Tiffill si trovava lì vicino e senti le grida di aiuto del fratello.
Andò a chiamare subito Nicholas che accorse il più velocemente possibile in soccorso del suo piccolo amico. 
Spaventando il cinghiale fino a metterlo in fuga riuscì a salvare il Piccolo Elfo, spaventato dopo quell’esperienza.
Tornarono alla casetta dove la Grande famiglia degli elfi, li riaccolse, grata al giocattolaio per aver salvato il giovane Tutur, ma mettendo tutti in guardia sulla pericolosità di quella fiera vendicativa che li aveva attaccati.
Era necessario trovare un luogo più sicuro in cui abitarè,  sentenziarono gli Anziani, e non c’era tempo da perdere.
Quella sera Nicholas raccolse tutti i suoi averi e li mise in un carretto chiedendo a Rudolph se era disposto ad aiutarlo a trasportarlo durante quel nuovo cammino.
Quella notte però, il male aveva bussato alla porta del buon giocattolaio.
Il cinghiale si precipitò contro la porta della baita sfondandola e cogliendo Nicholas di sorpresa.
Il povero giocattolaio cadde a terra provo di senso dopo la lotta con quella bestia feroce, immerso nel buio della baita e nel silenzio della foresta, mentre la neve ricominciata a scendere copiosa.
Rudolph, dopo aver udito il fragore provenire dalla casetta, si precipitò dall’amico e compresa la gravità della situazione, corse a chiedere aiuto agli Elfi che si precipitarono in suo soccorso.
Appena giunsero alla baita la trovarono sottosopra e il buon vecchio giocattolaio steso a terra privo di sensi.
Sembrava non ci fosse più nulla da fare, i tentativi di rianimarlo erano vani.
Tiliff e Tutur si accucciarono sul petto di Nicholas e iniziarono a piangere: “Madre Terra, Madre di tutti noi, ti prego aiutalo. 
Lui è buono, è gentile.
Vuole solo rendere i bambini felici con i suoi giocattoli. 
Non può morire,  ti prego, aiutalo” implorarono i piccoli elfi.
Fu così che dalle loro lacrime cadute sul petto inerme di Nicholas, scaturì un lumino che pian piano si ingrandì assumendo le forme di una fata: era Madre Terra. 
I suoi capelli lunghi e bianchi, si fondevano con il lungo abito verde; tutto di lei emanava una forte e calda luce che dal suo dolce viso antico si irradiava illuminando tutta la baita.
Avvicinandosi ai piccoli elfi, asciugò i loro occhi colmi di lacrime e speranza.
“Avete ragione” disse loro “Nicholas non merita di morire, molti bambini non potrebbero più sorridere senza di lui. E un bambino come voi non dovrebbe mai essere triste”.
Si avvicinò al vecchio giocattolaio e con una lieve carezza sul cuore e un dolce sorriso, lo avvolse di luce e calore: la vita tornò a scorrere in lui, le sue guance si dipingere nuovamente di rosso, proprio come la sua giubba che si trasformò in un caldo abbraccio di velluto scarlatto con le bordature bianche e morbide.
“Svegliati Santa Claus, il mondo ha bisogno di te” esclamò gioiosa Madre Terra mentre gli occhi buoni di Nicholas si riaprivano colmi di luce e felicità.
“Tu sei nato per portare gioia in tutto il mondo,  per regalare sorrisi e felicità a tutti i bambini di questa terra; questo luogo remoto e lontano dal male del mondo ti ospiterà, e i tuoi piccoli amici ti aiuteranno e ti terranno compagnia.
Finché anche solo un bambino su questa terra crederà nel Natale, tu vivrai, il Natale vivrà.
Ora alzati, Babbo Natale, fuori c’è qualcuno che ti aspetta!” 
E tra le urla entusiaste e gioiose degli elfi, Santa Claus, radioso, uscì dalla baita e trovò Rudolph già bardato e pronto a spiccare il volo per consegnare i giocattoli a ogni bambino del mondo.
Sul retro di una bella slitta rossa, un immenso sacco di balocchi, aspettava solo Babbo Natale per poter trovare qualche cuore puro che li volesse adottare e giocare con loro.
Tra i saluti degli elfi che avrebbero atteso il ritorno di Babbo Natale il giorno successivo, il sorriso benevolo di Madre Terra e Rudolph trepidante, Santa Claus, emozionato, salì sulla slitta e colmo di gioia, spiccò il volo pronto a viaggiare tra le stelle della Notte Santa portando sorrisi, felicità e spirito natalizio a ogni creatura della terra.

Ingredienti per 50 biscotti 

Per l’impasto bianco 
  • 200 g di farina 00
  • 100 g di burro 
  • 100 g di zucchero
  • Un Uovo
  • Un pizzico di sale 
  • Una bustina di vanillina 
  • Mezzo cucchiaino raso di lievito per dolci 
Per l’impasto nero
  • 200 g di farina 00
  • 100 g di burro 
  • 100 g di zucchero
  • 2 cucchiai di cacao amaro
  • Un Uovo
  • Un pizzico di sale 
  • Una bustina di vanillina 
  • Mezzo cucchiaino raso di lievito per dolci 
Per farcire 
  • Nutella
  • Marmellata 
Preparazione 
Lavorate il burro morbido a temperatura ambiente con lo zucchero incorporando bene gli ingredienti.
Aggiungete l’uovo leggermente sbattuto, la farina, il lievito per dolci, la vanillina e il sale, quindi impastate bene il tutto fino a quando avrete ottenuto un panetto omogeneo.
Avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un’ora.
Ripetete la stessa cosa per l’impasto al cacao.
Riprendete la pasta frolla e stendetela su un piano infarinato con uno spessore di circa  3 mm ritagliando i vostri biscotti delle forme che preferite.
Fate cuocere in forno già caldo a 180°C per 10 minuti e lasciate raffreddare.
Potete farcire i vostri biscotti con nutella o marmellata, oppure gustarli semplicemente così. Sprigionare la fantasia!!
Posono essere anche un dolce regalino di Natale da donare chiusi in un sacchettino con un bel nastro.

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