La quantità di sale da cucina( cloruro di sodio) che viene assunta con l’alimentazione varia notevolmente secondo le abitudini alimentari delle diverse popolazioni e secondo il gusto individuale. Il sodio è presente in quantità modesta in quasi tutti gli alimenti naturali: il terreno infatti non è particolarmente ricco di tale sostanza. Ma la cultura dei paesi occidentali propone come abitudine consolidata un abbondante utilizzo del sale in cucina: il nostro modello alimentare insiste nel voler esaltare- o meglio nascondere- i sapori con l’aggiunta di sale, mentre dovremmo imparare fin da bambini ad educare il nostro gusto perché apprezzi il sapore naturale dei prodotti. Mangiare senza sale può essere per tutti una scoperta: non solo per combattere l’ipertensione( pressione alta) arteriosa o altre patologie, non solo per chi soffre di ritenzione di liquidi o per chi vuole semplicemente ridurre la cellulite. Togliere il sale dai nostri piatti, infatti, riporta in primo piano il sapore originario degli ingredienti, rivelando come la mancanza di sale non sia sinonimo di mancanza di gusto: al contrario, liberata da una patina di uniformità legata più a convenzioni tradizionali che a reali esigenze del palato, la cucina senza sale conosce una ricchezza e una varietà di sapori, di aromi e di profumi che sorprenderà tutti, specialmente chi non deve mangiare “ insipido” per consiglio del medico.
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